Mandello si prepara a chiudere l’estate con la XX edizione del Sonica Festival dal 29 al 31 agosto
A raccontare gli artisti, i retroscena e l’evoluzione del festival Stefano Gilardi, uno degli storici organizzatori
MANDELLO – Non si può salutare l’estate senza un po’ di musica, non si può salutare l’estate senza il Sonica Festival. Una certezza per i mandellesi, appuntamento fisso che sancisce la chiusura degli eventi in paese (Motoraduno a parte), che anche quest’anno non mancherà di far divertire e portare cultura musicale (e non solo) a Mandello. Ma non sarà un’edizione come tutte le altre, perché il Sonica Festival si accinge a spegnere la bellezza di venti candeline.
La scimmia invecchia dunque, ma non nell’anima: in vent’anni non ha mai “tradito” il suo essere, quello di un festival locale gratuito, in controtendenza rispetto ai grandi eventi musicali di portata nazionale, se non internazionale, tanto in voga di questi tempi. E non perché il Sonica non possa raggiungere simili traguardi, piuttosto per una precisa scelta degli organizzatori che intendono mantenerne inalterato lo spirito.
C’è da dire che agli albori il Sonica era davvero minuscolo, suonavano solo le band e non si faceva neanche da mangiare, ma era già Sonica a tutti gli effetti. La sterzata, come la chiama Stefano Gilardi che sin dall’inizio si è impegnato nell’organizzazione del festival, ha avuto luogo sedici anni fa grazie a un progetto comunale di investimenti sui giovani e sull’associazionismo giovanile, tra cui figurava Sonica Associazione.
Il resto è storia, una storia lunga vent’anni che quest’anno verrà celebrata da giovedì 29 a sabato 31 agosto, come di consueto, in Piazza del Mercato portando musica dal vivo, buon cibo e altre iniziative. A patrocinare l’evento sarà il Comune di Mandello, da sempre a supporto del festival.
In occasione di questo considerevole traguardo, Gilardi ha voluto raccontarci qualche dettaglio in più sul Sonica, su questa edizione ventennale (artisti inclusi, che dalle ore 21.00 ogni sera faranno scatenare il pubblico) e sui retroscena organizzativi del festival.
Stefano, il Sonica compie vent’anni. Come si è evoluto il festival e qual è il bilancio finora?
“E’ partito tutto come un gioco, e resta un gioco tutt’ora, anche se sono passati vent’anni. Nel tempo il Sonica è cresciuto, nell’organizzazione siamo partiti in pochi e, piano piano, siamo diventati sempre di più, con tante nuove leve a inserirsi per dare una mano. Siamo contenti di questo ricambio, lo consideriamo una rarità perché per lo più queste feste, passati un po’ di anni, muoiono. Durante tutte le edizioni abbiamo portato a Mandello artisti molto interessanti, e quest’anno non faremo eccezioni, a conferma del fatto che siamo attenti a una programmazione musicale alternativa”.
Per i vent’anni del Sonica è stata realizzata una serie video a puntate intitolata “Ventannidiscimmiate”. Di cosa parlerà e quando usciranno le varie clip?
“In totale saranno tra le otto e le dieci puntate: la prima è già online mentre la seconda uscirà in questi giorni, prima dell’evento. Questi due video ripercorreranno i primi dieci anni del Sonica, mentre le restanti si concentreranno sugli ultimi dieci, fino ai giorni nostri, e usciranno tutte entro la fine dell’anno. Protagonisti delle clip saranno gli organizzatori che racconteranno dettagli inediti sulla festa come aneddoti, personaggi, situazioni bizzarre e non mancheranno anche discorsi seri. Realizzare queste puntate è stato un modo divertente per festeggiare il traguardo dei vent’anni e rivedere persone che si erano perse di vista, che sono cresciute e molte delle quali non collaborano più all’organizzazione del Sonica, ma che fa sempre piacere rivedere. Peraltro, a proposito di video, nel corso della 20° edizione verranno girati dei contenuti che saranno in seguito montati e riproposti”.
Centrale nel Sonica è la musica e, conseguentemente, gli artisti. Come vengono selezionati?
“Tendenzialmente le scelte in merito agli artisti che si esibiranno al Sonica vengono prese in maniera collegiale: se ne parla all’interno dello staff, si propongono dei nomi e si approfondiscono quelli che entusiasmano di più. Molte volte è una decisione che nasce da una casualità: di Studio Murena, per esempio, gruppo che aprirà il festival giovedì sera, abbiamo visto un live e ci hanno entusiasmato. Per il sabato di solito puntiamo su un nome “festaiolo”. Insomma, non c’è mai una serata uguale, in base all’artista costruiamo un minimo di concept. Con i Punkreas, in esibizione venerdì, si andrà sul genere punk-rock, mentre con General Levy (UK) + Bonnot faremo un tuffo indietro negli anni ’90/2000 e riabbracceremo l’ambiente jungle/drum ‘n’ bass/dancehall reggae. Per le aperture, anche stavolta, abbiamo prestato attenzione ai progetti del territorio: la Water Tower è una band storica brianzola, gli ASO sono un progetto lecchese di cui fanno parte ragazzi che sin da piccoli frequentavano il Sonica, mentre Organismo Kollettivo si compone di artisti del territorio, tra loro c’è anche un mandellese, che faranno dj set”.
Parliamo sempre di aspetti organizzativi. Quanto tempo prima si inizia a pensare a un’edizione del Sonica?
“Per quella di quest’anno, che celebra il ventennale, abbiamo iniziato molto prima, già a dicembre 2023. Di solito però si comincia a trovarsi e a parlare con l’inizio del nuovo anno, nei mesi di gennaio-febbraio, per trattare la programmazione, buttare giù un po’ di nomi e capire che impostazione dare al festival. La programmazione è tutta interna, non ci affidiamo a esterni se non a delle agenzie per interfacciarci con gli artisti”.
Quali sono gli aspetti più complicati da affrontare nell’organizzazione del Sonica?
“Il meteo è sempre un punto di domanda perché, sebbene ci siano due tensostrutture in piazza del Mercato, in passato ci ha riservato molte sorprese. Dal punto di vista burocratico spesso è complesso ottenere le autorizzazioni in tempo, ma ormai siamo rodati, siamo passati da periodi dove le regolamentazioni erano complicate, come durante il Covid”.
In questi anni avete notato cambiamenti nel target di pubblico che viene a seguire le serate?
“Sì, negli ultimi cinque-sei anni abbiamo intercettato anche minorenni, sia in platea che nel team di organizzatori. C’è da dire poi che tanti affezionati al Sonica sono diventati grandi e hanno messo su famiglia, e continuano a partecipare all’evento. In virtù di questo, per l’edizione del ventennale abbiamo pensato di introdurre una novità: il pranzo del sabato, così da dedicare un appuntamento anche alle famiglie con tanto di animazione (i “Sonica Games”) che andrà avanti tutto il pomeriggio. La vecchia guardia, il cosiddetto “zoccolo duro”, c’è e rimane, ma è stata affiancata da altri pubblici, rendendo quello del Sonica un target di spettatori molto diversificato”.
Anche per questa edizione non mancherà la cucina, che oltre il sabato a pranzo aprirà tutte le sere del festival dalle ore 19.00. Che pietanze si potranno assaggiare?
“Prima di parlare dei piatti, tornando al cambio generazionale tra le file del Sonica Festival e tra il pubblico, volevo sottolineare che questo trend si è visto soprattutto in cucina. Ragazzi più giovani hanno voluto prenderne in mano l’organizzazione, che gestiamo totalmente in autonomia eccezion fatta per il Gruppo Scout di Lecco che da anni collabora in maniera fissa con noi occupandosi di fare ordine in cucina e del servizio ai tavoli. Nel menù di quest’anno ci saranno piatti molto interessanti come il risotto al pesce persico e i noodles, specialità asiatica. Cerchiamo poi di valorizzare sempre i prodotti del territorio, prestando attenzione ai fornitori, e con essi i produttori locali. Gli sciatt, per esempio, andiamo a prenderli in Valtellina. Altra novità sarà uno stand esterno che venderà solo fritti”.
Altro punto fermo sarà l’appuntamento con Save The Lake
“E’ il terzo anno che lavoriamo con l’associazione, ci teniamo a sposare le loro iniziative di clean up che fanno bene al territorio e all’ambiente. Un gruppo partirà sabato mattina da piazza del Mercato per svolgere le operazioni di pulizia sulle sponde del lago, poi i rifiuti raccolti saranno esposti in uno spazio di accumulo dedicato per illustrare ai presenti quanto è stato fatto. Ci teniamo a dare visibilità alle attività di Save The Lake e offrire la possibilità di parlare del tema ambiente”.
Secondo te cosa ha saputo rendere il Sonica un festival così longevo?
“Del sano maschismo (ride). Sicuramente la passione, è quella che ci consente di fare tutti questi sforzi, anche perché siamo tutti volontari. Con il docu-film che uscirà sul ventennale tentiamo di replicare a questa domanda, ma una risposta precisa è difficile da individuare. Il valore aggiunto del Sonica sono senz’altro i rapporti di amicizia, che esistono anche al di là del festival. Poi dev’essere il pubblico a valutare l’evento e se passa delle belle serate, non noi. Come associazione, quello che ci siamo sempre posti è l’obiettivo di fare cultura, oltre al divertimento. Portare una proposta musicale significa diffondere la cultura dello spettacolo dal vivo. Negli anni abbiamo poi sempre lasciato spazio alla creatività in tutte le sue forme portando momenti di street art (ci saranno anche in questa edizione, seppur non a cartellone), scultura, pittura. Per il futuro, visto l’entusiasmo dilagante e la forte presenza di ragazzi anche nel Sonica, ritengo sia importante dare spazio e attenzione ai giovani, è ora di investire tempo ed energie su di loro, dargli un minimo di riconoscimento. Questo è il momento propizio per farlo: non dimentichiamo che il Sonica è nato da un progetto comunale che prestava attenzione alle politiche giovanili, in un periodo dove c’era fermento e volontà di dare fiducia ai ragazzi”.
LOCANDINA
Gli artisti della XX edizione
STUDIO MURENA (+ ASO)
Giovedì 29 agosto ore 21.00
Non la solita formazione hip-hop, quella dello Studio Murena, ossia i milanesi Giovanni Ferrazzi (elettronica, sampler), Maurizio Gazzola (basso elettrico) e Matteo Castiglioni (tastiere e synth) che sul primo album, completamente strumentale, “Crunchy Bites2 (2018) gioca a ricercare nuovi equilibri nell’hip-hop più affine al jazz, allargando all’astrazione e all’atmosferico. Questo “beat tape” è quanto basta per portare a una sostanziale evoluzione del progetto che, allargato anche ad Amedeo Nan (chitarra elettrica) e Marco Falcon (batteria) trova un equilibrio che richiama i fondatori della scena Radical Stuff, pur ricontestualizzati nel contemporaneo contesto elettronico e digitale. Lorenzo “Carma” Carminati, il rapper entrato in formazione, è però il più grande elemento di novità su “Studio Murena” (2021), un album che spinge coraggiosamente verso un funk-jazz asimmetrico, atmosferico ed intimista e anche fusion. Grazie al supporto della Virgin,
“WadiruM” (2023) allarga il pubblico senza arretrare sullo stile, che viene anzi arricchito di eterogenee variazioni sulla fusion e ospitate numerose eppure tutte ricercate.
PUNKREAS (+ WATER TOWER)
Venerdì 30 agosto ore 21.00
I Punkreas si formano nel 1989 a Parabiago dall’incontro fra Cippa (voce), Flaco (chitarra), Paletta (basso), Noyse (chitarra) e Mastino (batteria). La band ottiene un ottimo riscontro nella scena punk italiana sin dal primo EP autoprodotto “Isterico” (1990) a cui seguono i full-lenght “United rumors of Punkreas” (1992), “Paranoia e potere” (1995) e “Elettrodomestico” (1997). Nel 1998 partecipano al “Teste vuote ossa rotte Festival” e al “Vans Warped Tour 1998” condivi-dendo il palco con Bad Religion, Lagwagon, NOFX e Rancid. La prima metà degli anni 2000 vede un cambio di formazione, con Gagno al posto di Mastino alla batteria, e una serie di lavori in cui il gruppo sperimenta nuovi generi ed influenze, a partire da “Pel-le” (2000), passando per “Falso” (2002) – dove spicca la collaborazione con il cantante degli Ska-P “El Pulpo” sul singolo “Toda la noche”, fino ad arrivare a “Quello che sei” (2005) e “Futuro imperfet-to” (2008). ll 31 marzo 2023 esce il nuovo album “Electric déjà-vu”, anticipato a gennaio dal brano “Le mani in alto” e a marzo dal secondo singolo estratto “Tempi distorti”.
GENERAL LEVY (UK) + BONNOT (+ ORGANISMO KOLLETTIVO)
Sabato 31 agosto ore 21.00
General Levy, all’anagrafe Paul Levy, viene alla luce in un ospedale di Londra nel 1971 e cresce nell’ambiente cosmopolita che il suo quartiere offre. L’ambiente e la passione del fratello maggiore Winston Irie per la musica che spazia dallo ska al rock steady passando per calypso, soul e hip hop influenzano moltissimo il futuro di Paul che a soli 10 anni inizia a collezionare cassette dancehall che arrivano direttamente dalla Giamaica o dalla stessa Londra, che trabocca di immigrati giamaicani. Durante la primavera del 1994 il generale viene avvicinato dall’etichetta Renk Records per la quale pubblica una collaborazione con il produttore emergente Marlon Heart aka M-Beat. Il risultato è la sorprendente “Incredible”, un pezzo jungle in cui Paul esegue delle piroette vocali davvero fuori dal comune. La canzone entra nella colonna sono di Ali G (Ali G Indahouse) famoso film del 2002 diretto da Mark Mylod, con protagonista Sacha Baron Cohen. Da questo momento in poi Levy collabora con i più importanti produttori e musicisti del mondo tra cui Sly & Robbie, Shaggy, Artful Dodger, Joe Grind e Top Cat (memorabile “Rumble In The Jungle”). Bonnot, nome d’arte di Walter Buonanno, è originario di Bergamo ma lavora da anni tra Viareggio, Londra
e New York. Compositore, produttore, polistrumentista, ha più di mille concerti all’attivo tra Europa, Stati Uniti, Emirati Arabi e Sudafrica, e oltre 60 dischi all’attivo tra progetti personali e collaborazioni. È il produttore dello storico gruppo degli Assalti Frontali dal 2005 e in ambito internazionale lavora continuativamente con il leggendario rapper M1 del duo hip hop Dead Prez (NY/USA).