Intervento a più voci sulla questione della chiusura della riserva del lago di Sartirana che ha provocato anche una raccolta firme
“Stupisce la partecipazione di alcuni ex sindaci che dimenticano che, da primi cittadini, avevano la responsabilità, oltre che il dovere, di diffondere e far rispettare quelle norme”
MERATE – Riceviamo e pubblichiamo un intervento sottoscritto da diversi esponenti di comitati cittadini e associazioni in merito alla riserva naturale del lago di Sartirana e alle polemiche e la raccolta firme scaturite nelle ultime settimana dopo la chiusura dell’accesso al lago.
Sulla Riserva Naturale del Lago di Sartirana, il dibattito si è strategicamente e furbescamente spostato sulla questione della apertura, o meglio, riapertura al pubblico della riserva, in barba a quanto enunciato dal Regolamento di Gestione comunale (che riporta le norme della legge regionale istitutiva del lontano 1990), e il Piano di Gestione del Sito di Importanza Comunitaria in vigore dal 2010. Il primo vieta l’accesso a tutta la riserva dal 1° aprile al 15 giugno (art. 16 c. 22) e il secondo estende il divieto solo alla zona A, quella a nord, la più sensibile, fino al 31 luglio. Entrambi i divieti hanno lo scopo di evitare il possibile disturbo alla fauna (uccelli, anfibi, rettili…) nella stagione più delicata della riproduzione: nella riserva vivono specie di pregio a livello europeo!
Purtroppo negli anni trascorsi, nessuna amministrazione comunale si è mai impegnata affinché queste norme fossero note e comprese dalla popolazione, lasciando invece immodificata l’abitudine di entrare in riserva tutto l’anno, e neanche nei modi più adeguati! Le cronache ci riportano della raccolta firme promossa da un Comitato Cittadino per la riapertura. E’ qui che si manifesta il corto circuito. Immagini pubblicate da diverse testate mostrano dei banchetti dove, maggioranza di un tempo e minoranza attuale, sono presenti in versione “tutti insieme appassionatamente”. Quello che maggiormente colpisce è la partecipazione di alcuni ex sindaci che dimenticano che, da primi cittadini, avevano la responsabilità, oltre che il dovere, di diffondere e far rispettare quelle norme, tanto importanti quanto evidenti sui cartelli all’ingresso. Una contraddizione che il Comitato Civico Ambiente ha finalmente avuto il coraggio di denunciare.
Questa “dimenticanza” ha favorito la trasgressione di altre regole semplici quali il divieto di accesso alle bici, di accampamento, di accensione fuochi, di emissione di rumori molesti, di abbandono rifiuti… Senza contare l’immissione di specie alloctone nelle acque del lago (vedi la carpa erbivora) che hanno completamente modificato l’ecosistema umido, un tempo fra i più interessanti della regione Lombardia.
Merate istituì la Riserva per controbilanciare lo slancio e l’entusiasmo edilizio degli “anni 80”, mostrando così una certa attenzione all’ambiente, senza tuttavia avere la consapevolezza di cosa volesse dire la tutela dell’ambiente e, nella fattispecie, la gestione di una Riserva Naturale. Nel corso dei decenni, il Lago di Sartirana ha così subito pesanti trasformazioni, in una sorta di approccio sbilanciato verso la fruizione piuttosto che la conservazione, con i risultati che ormai sono sotto gli occhi di tutti.
Come descritto nel Piano di Gestione in elaborazione, sono inoltre stati effettuati interventi impropri e senza fondamento scientifico, quali l’eradicazione del canneto, che hanno contribuito a far classificare “cattivo” lo stato ecologico della Riserva. Ma di questo aspetto, i Promotori del suddetto Comitato non fanno cenno! Ora, vedere ex sindaci raccogliere firme fa sorgere spontanea la domanda dove fossero quando erano in carica o forse ai loro tempi c’erano regole diverse?
Associazione Monte di Brianza
Comitato Civico Ambiente
Legambiente Lecco
WWF Lecco
Cros Varenna
Ernesto Passoni
Matteo Barattieri