Documento congiunto delle consulte di Imbersago, Paderno, Robbiate e Verderio
Criticato l’atteggiamento di Regione Lombardia che mostra di non
essere interessata alle istanze del territorio lecchese
PADERNO D’ADDA – Nuovo ponte sull’Adda, le consulte Territorio Ambiente dei Comuni di Imbersago, Paderno, Robbiate e Verderio si mobilitano per dare voce alle criticità emerse e chiederne conto agli organismi competenti. E’ quanto emerge dalla nota diffusa a seguito della riunione dello scorso 11 novembre quando tutti gli esponenti degli organi consultivi dei quattro Comuni lecchesi maggiormente interessati alla questione del nuovo attraversamento, viario e ferroviario, sull’Adda si sono opposti a “soluzioni che non tengano in considerazione la complessità del sistema della mobilità e la posizione delle comunità locali, già esposte unitariamente attraverso le osservazioni presentate dai tredici Sindaci del territorio maggiormente interessato”.
Una presa di posizione forte, che arriva a qualche settimana dalla pubblicazione della relazione conclusiva sul dibattito pubblico, che ribadisce ancora una volta come sia necessario affrontare il tema del nuovo viadotto sull’Adda, con una “visione più ampia e integrata che vada oltre il singolo attraversamento”, andando a criticare in maniera aperta l’atteggiamento di Regione Lombardia che “mostra di non essere interessata a tali istanze”.
A preoccupare, in particolar modo, l’aumento esponenziale del traffico su gomma e di quello merci su rotaia, chiedendo ai “rappresentanti politici locali, fino ad ora completamente assenti (se non per dichiarazioni deboli e poco convincenti), quali misure intendono mettere in atto per attenuare gli effetti devastanti che investiranno l’intero territorio meratese”.
Nello specifico, le richieste vertono su chiarimenti alla progettualità rispetto all’intero asse viabilistico, in primis sulle infrastrutture stradali di collegamento del nuovo ponte alle arterie principali e sul piano generale del trasporto merci ferroviario. Richieste strettamente legate a quelle sulla gestione dell’impatto sui centri abitati, sull’ambiente e sulla salute pubblica.
Non potevano mancare richieste di chiarimenti sul destino del San Michele con focus sulla manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e anche delucidazioni sui problemi rilevati dallo studio geologico e idrogeologico effettuato dall’Ispra rispetto al movimento franoso delle sponde della valle del fiume. “Riteniamo inoltre necessaria un’analisi socio-economica per valutare l’impatto degli espropri e delle interferenze sulle attività delle aziende”.
Per questo motivo le Consulte annunciano una maggior mobilitazione della cittadinanza al fine di arrivare a nuovi confronti, aperti e onesti, “volti alla ricerca condivisa del miglior risultato possibile: imporre le decisioni in modo forzoso attraverso la logica del silenzio, non può che generare allarme e preoccupazione”.
Il documento verrà inviato ai 13 Comuni (Merate, Aicurzio, Bernareggio, Carnate, Cornate d’Adda, Imbersago, Lomagna, Osnago, Robbiate, Ronco Briantino, Sulbiate, Verderio) che hanno sottoscritto unitariamente le osservazioni a Rfi, a Regione Lombardia, alla V Commissione del Consiglio Regionale “Territorio, Infrastrutture e Mobilità, alle Province di Lecco e Bergamo, ai Rappresentanti Istituzionali del Territorio, a Rfi, alle Soprintenze di Lecco e Bergamo.
Va aggiungersi alla richiesta, protocollata sempre dai 13 Comuni prima elencati, che proprio nei giorni scorsi hanno chiesto di tornare ad essere auditi in V commissione del consiglio regionale sul tema del nuovo san Michele.

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