Nuovo ponte sull’Adda, “Inascoltati”: la reazione di Paderno, Imbersago, Robbiate e Verderio

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Il sindaco Torchio durante il sopralluogo al ponte con la commissione regionale

Dura presa di posizione di Paderno, Robbiate, Verderio e Imbersago al documento presentato oggi da Rfi

“Rimangono tutte le criticità ambientali, paesaggistiche e viabilistiche da noi sollevate”

PADERNO – “Il Dibattito Pubblico sul nuovo ponte San Michele si è concluso esattamente dove, fin dall’inizio, temevamo saremmo arrivati: in un punto in cui le osservazioni del nostro territorio, pur presentate in modo ampiamente condiviso, non hanno trovato reale ascolto”. Così i sindaci di Paderno (Gianpaolo Torchio), Robbiate (Marco Magni), Imbersago (Fabio Vergani) e Verderio (Danilo Villa) a seguito della pubblicazione oggi, lunedì  15 dicembre, del documento conclusivo stilato da Rfi sul dibattito pubblico aperto sul nuovo San Michele.

Rimangono tutte, senza eccezione, le criticità sollevate dai Comuni di prima fascia – Paderno, Verderio, Robbiate, Imbersago – e da quelli di seconda fascia del Meratese, della Brianza. Criticità ambientali, paesaggistiche e viabilistiche: un aumento del traffico fino al +145%, oltre 2.000 mezzi pesanti al giorno, attraversamento ferroviario merci, impatti diretti sui centri abitati e un nuovo ponte destinato a modificare in modo irreversibile il paesaggio della valle dell’Adda e la percezione del San Michele, un bene storico e identitario di valore nazionale.
Trenta metri a nord o trenta metri a sud cambiano ben poco”.

I quattro sindaci non ci stanno a passare per quelli contrari, a prescindere, alla nuova opera: “Siamo accusati di dire soltanto “no”, ma la verità è opposta. Il territorio ha portato proposte, alternative progettuali e soluzioni di buon senso. Eppure questo patrimonio di analisi è partecipazione è rimasto sostanzialmente ai margini: il contributo dei Comuni più coinvolti è stato di fatto espulso dal confronto pubblico”.

E chiariscono: “Non siamo contro un nuovo ponte: siamo contro un progetto che, così concepito, produce impatti devastanti sulle nostre comunità e sul nostro territorio, senza rispondere alle criticità segnalate. Continuiamo a credere che il territorio meriti un’opera giusta, nel posto giusto, progettata con visione e responsabilità, non una scelta calata dall’alto che scarica sui cittadini problemi che non possono essere sostenuti”.

E chiudono con uno sguardo di speranza: “Il percorso non è concluso. Continueremo a difendere i nostri territori e la valle dell’Adda con determinazione, convinti che il futuro si costruisce insieme alle comunità, non contro di esse”.