Serata di gala alla vigilia del Giro di Lombardia. Nella cornice di sala don Ticozzi è andato in scena uno spettacolo frizzante condotto dai due olimpionici Antonio Rossi e Yuri Chechi. Tanti gli ospiti che hanno partecipato alla spettacolo, tra cui il commissario tecnico della nazionale ciclistica Paolo Bettini, il presidente della Fci – Federazione ciclistica italiana Renato Di Rocco, i campioni paralimpici Fabio Triboli e Fabrizio Macchi, l’imprenditore Franco Polti, il commentatore televisivo Davide Cassani, l’ex calciatore Claudio Gentile e il giornalista Giovanni Bruno, oltre al Comitato lecchese per il grande ciclismo.
Mentre i due presentatori si sono punzecchiati sulla propria attività ciclistica amatoriale con divertenti gag, gli ospiti si sono alternati sul palco parlando dell’imminente Giro di Lombardia. “È un bel risultato per Lecco questo Giro di Lombardia – afferma Di Rocco –. D’altronde questa competizione deve per forza finire sul lago, perché è la chiusura ideale anche dell’annata”. Gentile si dimostra essere quasi più ciclista che calciatore: “Da ragazzino volevo fare il ciclista – racconta il campione del mondo a Spagna ’82 –. Ho iniziato a giocare a calcio perché mi ha visto un osservatore del Como in una partitella tra amici, ma il ciclismo è il mio primo grande amore”. Triboli e Macchi, il primo campione olimpico in carica e il secondo argento agli ultimi mondiali di Copenaghen, si allenano spesso in zona, sulla salita del Ghisallo e lungo la strada che porta alla Colma di Sormano, e testimoniano come “lo sport dà un’opportunità in più ai disabili di vivere una vita normale”.
Grande protagonista dei “Lombardia” passati è stato Paolo Bettini, ora Ct della Nazionale, che un po’ ha deluso agli ultimi mondiali (“Non sono contento della squadra; si sono smontati negli ultimi due chilometri”), ma ha ricordato con piacere le edizioni della classica delle foglie morte vinte, nel 2005 e 2006: “La prima edizione in assoluto l’ho corsa nel 1998 ed è stata una fatica immane, mi sono anche ritirato. Poi piano piano ha iniziato a piacermi, finchè nel 2005 ho pensato che dovevo assolutamente vincerla perché ero al massimo della forma. L’anno dopo invece non mi allenavo da una decina di giorni a causa della scomparsa di mio fratello, ma senza praticamente rendermene conto sono arrivato ancora primo”. Infine un pronostico di Davide Cassani: “La corsa è dura, lo sappiamo. Basso e Nibali se sono in forma possono vincere; Gilbert è ancora forte, ma è un po’ in calo”.