Dopo quasi 20 anni Silvia Pasini, classe 1976, è tornata a giocare a Lecco. “Ho iniziato a 16
anni ma ero ambiziosa – dice sorridendo il centro originario di Chiavenna – così dalla serie D sono passata alla serie B della Picco. Sapevo che cercavano giocatrici e mi sono proposta, era la stagione 1995/1996”.
Un passato in giro per l’Italia come giocatrice professionista (Verona, Cantù con Borgnolo, Flero
alcune sue squadre), quest’anno il ritorno a Lecco (anche se Silvia è tornata ad abitare nella sua città di origine). Perché? “Mi sono sposata e volevo avvicinarmi a casa. Ho ancora voglia di continuare a giocare e per il mio passaggio alla Picco è stato decisivo che l’allenatore della squadra fosse Luca (Borgnolo). Lo conoscevo già e lo stimo. Se non fosse arrivata la proposta della Picco, Luca è già un po’ di tempo che mi corteggia – dice sorridendo – forse avrei continuato a giocare lontano da casa ancora per qualche anno. Ho ancora una grande passione che mi spinge a giocare. Non solo per la partita, io voglia di allenarmi”.
anni ma ero ambiziosa – dice sorridendo il centro originario di Chiavenna – così dalla serie D sono passata alla serie B della Picco. Sapevo che cercavano giocatrici e mi sono proposta, era la stagione 1995/1996”.
Un passato in giro per l’Italia come giocatrice professionista (Verona, Cantù con Borgnolo, Flero
alcune sue squadre), quest’anno il ritorno a Lecco (anche se Silvia è tornata ad abitare nella sua città di origine). Perché? “Mi sono sposata e volevo avvicinarmi a casa. Ho ancora voglia di continuare a giocare e per il mio passaggio alla Picco è stato decisivo che l’allenatore della squadra fosse Luca (Borgnolo). Lo conoscevo già e lo stimo. Se non fosse arrivata la proposta della Picco, Luca è già un po’ di tempo che mi corteggia – dice sorridendo – forse avrei continuato a giocare lontano da casa ancora per qualche anno. Ho ancora una grande passione che mi spinge a giocare. Non solo per la partita, io voglia di allenarmi”.
Atleti di altri tempi.
“Lecco l’ho trovato molto meglio di come l’ho lasciato. Nei due anni giocati in biancorosso si capiva che c’erano grosse difficoltà. Quest’anno ho trovato gente disponibile e presente in palestra, mi piace come ambiente. Ci sono dei piccoli gesti che mi danno buone sensazioni, che mi fanno vedere che c’è passione e voglia di fare”.
Che sia la passione il segreto di una vita sportiva agonistica di alto livello?
Che sia la passione il segreto di una vita sportiva agonistica di alto livello?