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LECCO / CALOLZIO – “La riqualificazione della strada di collegamento tra Lecco e Bergamo non è più un’opera prioritaria del programma delle infrastrutture strategiche”. A dare la notizia è il senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni che riferisce quanto deciso nel Documento di Economia e Finanza 2015 proposto dall’Esecutivo guidato da Matteo Renzi ed approvato giovedì dalla maggioranza sia dalla Camera che dal Senato.
“In Lombardia, del centinaio di opere fino a ieri considerate strategiche, restano tali solo tre, su un totale di venticinque a livello nazionale – entra nel dettaglio Arrigoni – Anche i lotti “San Gerolamo” e la “Variante di Cisano Bergamasco” sono stati rimossi, cancellati dall’elenco e, peraltro, il tutto in assenza di chiarezza e nella più totale opacità. Non è noto, infatti, che succede dei soldi statali già stanziati su queste opere”.
“Verranno confermati o rimossi per andare a finanziare i virtuali tesoretti renziani? – si interroga il senatore del Carroccio – Non sappiamo se questi interventi rimarranno nella Legge obiettivo e, dunque, resteranno ancora sotto competenza del Cipe. Comunque sia, è certamente uno schiaffo per il territorio lecchese e bergamasco che da anni attendono l’infrastruttura che, con impegno, è in corso di realizzazione seppur a pezzi”.
Secondo il senatore leghista questo è uno “schiaffo” per gli Enti territoriali (Regione Lombardia, le province di Lecco e Bergamo, i comuni di Lecco, Vercurago, Calolziocorte, Cisano Bergamasco e Pontida) che avevano sottoscritto con il Governo relativi accordi di programma con impegni e obblighi per ciascuno che oggi, sottolinea Arrigoni, “Renzi disattende in via unilaterale”.
“Non ci consola la promessa dal Governo che a settembre vi sarà una ricognizione generale sulle opere declassate in occasione della nota di aggiornamento del DEF. Considerato che il barile delle risorse statali è stato ormai raschiato, certamente si scatenerà un… assalto alla diligenza”, prosegue Arrigoni.
E per la variante di “San Gerolamo”, che necessita di altri 18/20 milioni per fronteggiare le maggiori spese, e per quella di Cisano Bergamasco, che attendeva dal Cipe l’esito della conferenza dei servizi per bandire la gara d’appalto, “cala ora il buio più totale”.
Il senatore della Lega Nord conclude: “Renzi sta di certo sereno, perché tra le venticinque opere confermate come prioritarie spicca la tranvia di Firenze, dal costo di 190 milioni di euro, dalla dubbia valenza strategica quale opera infrastrutturale ma, certamente, strategica per il consolidamento del consenso dell’ex primo cittadino”.
