Caso Iene. Insieme per Oggiono sprona Emy e il Comune

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Arveno FumagalliOGGIONO –  “Non vogliamo l’assistenzialismo: Emy mettiti in gioco e rimboccati le maniche, ma il comune accolga, proponga, orienti e valuti con un progetto tecnico socio-educativo, non appiccichi etichette e non espella la fragilità perché ha un costo”.

Il gruppo di minoranza Insieme per Oggiono guidato dal capogruppo Arveno Fumagalli non ha peli sulla lingua e sprona sia Emy che il Comune a darsi da fare.

“La questione di fondo – spiegano in un comunicato –  che ha scatenato probabilmente il ricorso a Le Iene, con tutto il suo corollario di polemiche e commenti sui social, è il tema nodale e basilare del diritto ad avere la residenza, anche per chi come la signora Emy  non ha una dimora fissa in un luogo ma vive sostanzialmente sul territorio comunale, nonché il diritto di avere un’assistenza nel momento in cui si attraversa un periodo anche lungo di fragilità. La responsabilità più grave a livello comunale è dunque quella di non aver proceduto, come previsto dalla legge, a conferire la residenza anche c/o la casa comunale per chi non ha un indirizzo da indicare. Quindi come forza politica dell’Amministrazione assumeremo tutti gli strumenti per realizzare il controllo del funzionamento della macchina comunale e verificarne le responsabilità politiche di chi la governa e la gestisce il Comune.

Quindi in riferimento al caso Emy, dichiarano: “Avendo ottenuto la registrazione della sua residenza nel comune di Oggiono, Emy è nelle condizioni di riferirsi all’Assessorato ai servizi sociali ed alla comunità per chiedere aiuto. Non conoscendo con precisione i termini della vicenda è tuttavia certo che l’ente locale non ha il dovere del mero assistenzialismo a fronte di ogni qualsivoglia richiesta, ma in presenza di requisiti previsti dai Regolamenti Comunali e con l’intervento di professionisti, quali gli Assistenti Sociali, ha il dovere di fornire, se richiesto dalla persona, un servizio di presa in carico professionale in cui il soggetto fragile possa cogliere le opportunità messe in campo. Sappiamo che nei servizi sociali nei nostri comuni, come anche in quello di Oggiono, sono operanti professionisti appassionati che cercano tutti i giorni, tra mille difficoltà per la scarsezza di risorse e personale, di continuare a portare avanti progetti di cui non si parla ai TG, ma con i quali si tagliano traguardi importanti per chi soffre ed è in stato di bisogno”.

emy iene

Per il gruppo di minoranza Insieme per Oggiono  “il Comune è quindi l’ente deputato alla presa in carico di servizio sociale sulla base della residenza del soggetto e in questo difficile, oneroso e ambizioso mandato istituzionale, collabora con la rete locale della comunità, fatta di Associazioni come la Caritas, di parrocchie e preti disponibili e sensibili, di volontari anche in ambito laico, di valorizzazione di esperienze di vicinato. Il Comune che ha la regia e la titolarità dell’intervento, tessendo la rete dei servizi che cura ed accompagna, deve sostenere e cercare di avvolgere chi è solo e disperato o chi è in un difficile momento della sua vita famigliare, cercando almeno di stare accanto e di rendere possibile un cammino insieme”.

Quindi proseguno:  “Guardare a questa vicenda umana così difficile e dai risvolti mediatici clamorosi non è semplice, non lo si fa con leggerezza e se ci si prova, il desiderio di mettere parole e stimolare il confronto e la riflessione ha come vero obiettivo quello di promuovere una migliore e piu’ efficace azione dei servizi comunali locali. Tutto ciò nell’ottica di migliorare la qualità della vita dell’intera comunità, perché se EMY, e le persone fragili che riescono a cogliere le opportunità offerte dai servizi non stanno a far la muffa tutto il giorno ma si impegnano in un progetto socio-lavorativo con finalità educative come ben potrebbe essere CESEA (Centro Servizi Educativi), sta e stanno meglio e noi, se conserviamo un briciolo di umanità per il prossimo, potremo essere soddisfatti di come vengono utilizzate le tasse che paghiamo al comune. Perché avremo la consapevolezza che sono usate per sostenere progetti e servizi sociali in un modo intelligente, che promuovono e stimolano le persone, anche le più in difficoltà, a camminare su una strada di crescita e di speranza, rendendo più probabile il fatto che si abbandonino cattivi compagni e vizi.

tore rossi iene 2

Insieme per Oggiono si appella quindi ai Servizi Sociali: “Per questo senza paura e con speranza chiediamo che i Servizi Sociali percorrano con determinazione il loro mandato valorizzando gli strumenti che hanno a disposizione come il PROGETTO CESEA, investendo e scommettendo, nella libertà altrui di accogliere o meno le proposte fatte, sulla possibilità di un cammino in un ambito socio educativo che accompagni la complessità esistenziale che giovani come EMY pongono, senza pietismi ma guardando e lavorando sul desiderio di cambiamento, proprio come fa il Servizio agli adulti che Tore Rossi coordina”.

iene oggiono

Al sindaco Roberto Ferrari e alla sua Giunta chiedono di “esercitare pienamente e non solo in facciata il rispetto della dignità umana di chi è fragile; certo non è facile per la gente che non fa l’Assistente Sociale, il Medico o lo Psicologo di mestiere nel campo delle dipendenze o della fragilità adulta capire come le persone possano commettere per lungo tempo gli stessi errori, non è facile capire come le stesse persone che si vorrebbero aiutare dicano di no o ad un certo punto distruggano tutto, ma è compito delle istituzioni preposte utilizzare con competenza gli strumenti messi a disposizione dalle scienze umane integrando gli ambiti sociali, educativi e sanitari”.Il Servizio ha dunque il dovere di fare proposte, a maggior ragione nei casi più complessi, e poi di prendere atto della volontà e della possibilità altrui di reggere la proposta, di non farcela, senza cadere in onnipotenze e senza assumere atteggiamenti espulsivi o giudizi aprioristici ma cercando di stare davanti e incontrare l’umano che c’è, non quello che ci piacerebbe che ci fosse perche’ meno fastidioso”.

“La gente comune è magari lontana da esperienze di grave disagio, ne ha paura, le giudica e non le vuole vicino a sé e questo è comprensibile. Ma come gruppo consiliare di minoranza si ha il dovere di pretendere che il Comune eserciti pienamente il suo ruolo di accoglienza, presa in carico e progettualità’ in questo caso, nel caso di una persona con un recente passato di dipendenza, con un’esperienza di abbandono e la difficoltà evidente a definire il suo  percorso di autonomia, il Comune faccia la sua parte, stanzi i 3.500 o 4.000 € all’anno che servono a sostenere il progetto Socio lavorativo CESEA perché si possa almeno provare questa strada per EMY, con tutto l’augurio che sia una strada di maggiore luce e di calore umano.