ASSO – Fermato e arrestato il presunto assassino del 26enne marocchino, Youness Zarhnoun, ritrovato in fin di vita con ferite di arma da taglio nella notte tra lunedì e martedì all’imbocco di una stradina che si stacca da via Vincenzo Monti di Sera ad Asso.
Ad essere arrestato ne corso della nottata di oggi, 8 marzo, a circa 24 ore dall’accoltellamento, è stato un 19enne, anche lui di origine marocchina, E. N, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale come è risultato essere Youness Zarhnoun, seppur domiciliato a Cabiate.
A condurre le investigazioni sono stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Como e dell’aliquota della Compagnia lariana che hanno rintracciato e sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria il 19enne marocchino con pregiudizi di polizia per reati connessi agli stupefacenti e fortemente indiziato dell’omicidio del connazionale Zarhnoun.
Stando a quanto è emerso, il 26enne è deceduto a causa di due ferite mortali inferte con un’arma da taglio che hanno interessato petto e collo. L’omicidio, si sarebbe consumato probabilmente all’interno di un’abitazione di Asso in località Mudronno, nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 marzo e si sarebbe sviluppato nel contesto di un “festino” organizzato all’interno dell’abitazione a base di alcol e droghe, al quale avevano partecipato alcuni giovani italiani tossicodipendenti ed alcuni marocchini anch’essi assuntori nonché spacciatori di droga.
L’aggressione e quindi il ferimento mortale di Zarhnoun è stata conseguenza di una lite, sorta tra marocchini, le cui motivazioni al momento non sono ancora del tutto precise, ma comunque riconducibili all’ambiente dello spaccio e dell’assunzione di droghe pesanti.
Le indagini condotte dai reparti Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Como e dell’aliquota della Compagnia lariana unitamente ai militari delle Stazioni Carabinieri di Asso ed Erba, sono riusciti da determinare in modo chiaro il rapporto articolato e ben organizzato che intercorre tra gli spacciatori, prevalentemente di origine nordafricana e gli assuntori, questi ultimi inseriti in un “circuito” relazionale fatto di passaggi in auto, intestazioni fittizie di schede di cellulari a favore degli spacciatori e concessione di posti letto alla bisogna.
La strategia adottata dagli investigatori, finalizzata a rintracciare il fuggitivo, proprio in considerazione di questa rete di supporto “logistico” a favore, è stata finalizzata ad isolare il 19enne in fuga individuando e mettendo “fuori gioco” tutti i contatti sul territorio così da farlo sentire braccato.
In questo contesto investigativo, è stato rintracciato con un suo connazionale, del tutto inconsapevole della vicenda, e bloccato sulla Superstrada 36 all’altezza di Nibionno, mentre cercava di raggiungere Milano, laddove, nel grande centro, avrebbe fatto perdere le sue tracce in modo più agevole.
Il 19enne è stato quindi portato presso il carcere di Como – Bassone e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.