MILANO – Sono giorni piovosi questi ultimi, ma le precipitazioni ad aprile si praticamente dimezzate, inferiori del 47,4% rispetto alla media, ma al nord la riduzione è stata addirittura del 72,3% provocando la peggiore crisi idrica da un decennio.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade di aprile dopo che il taglio delle precipitazioni era stato del 53% a marzo. La situazione di difficoltà è visibile dallo stato di magra del fiume Po che al Ponte della Becca è sceso ad un livello idrometrico di appena -2,62 metri, lo stesso di inizio agosto dello scorso anno. Le precipitazioni in Italia – sottolinea la Coldiretti – sono risultate sotto la media lungo tutto l’inverno con un picco negativo a dicembre in cui è caduta addirittura il 67% di acqua in meno sulla Penisola.
Il risultato è una crisi idrica dalla Lombardia all’Emilia fino in Veneto dove è stato dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale e l’Alto Adige ha deciso di svuotare parzialmente i bacini di raccolta delle dighe idroelettriche per aumentare la portata dell’Adige, venendo cosi’ in soccorso ai 24 comuni veneti situati lungo il corso del fiume che devono essere riforniti con acqua potabile. Una situazione preoccupante perché la popolazione e le coltivazioni poiché l’acqua – spiega la Coldiretti – è determinante per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti. Invece della pioggia la primavera ha portato il gelo con effetti devastanti su vigneti, frutteti e ortaggi lungo tutta la Penisola, dalla Val D’Aosta alla Campania, con una stima di almeno 100 milioni di euro di danni, secondo la Coldiretti.
A pagare un conto salato – precisa la Coldiretti – sono i piu’ grandi vini della Val d’Aosta dove il gelo ha decimato le vigne piu’ alte d’Italia nella zona del vino Blanc de Morgex e de La Salle, della Lombardia, con danni ai vigneti della Valtellina e a quelli di Grumello, Franconia e Marzemino, del Piemonte, con problemi a grandi vini come il Gattinara e il Ghemme, del Veneto con 70-80% di perdita del raccolto di Merlot, Cabernet, con devastazioni delle viti di Pinot grigio e bianco, Prosecco e Chardonnay a Vicenza e prevedibili cali di produzione di Glera, Moscato giallo e Raboso sui Colli Euganei, dell’Emilia-Romagna, della Toscana, della Campania e della Sardegna dove migliaia di ettari vitati sono stati “bruciati” dal gelo nel Sassarese. Colpiti anche i frutteti di pere mantovane, di mele annurche campane, albicocche pavesi, ciliegie di Vignola (Modena), nonché le acacie in Piemonte. In ginocchio – continua la Coldiretti – sono anche le coltivazioni orticole all’aperto in molte regioni in quanto erano già state tolti i tessuti da serra.
Ne hanno fatto la spesa insalate, fagioli, fagiolini, pomodori, zucchine ed anche le patate. Preoccupazioni si registrano anche per gli olivi che vedrebbero la futura produzione di olio compromessa dal persistere di condizioni di freddo intenso in Campania. Una evidente anomalia che conferma i cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo. Da qui – conclude la Coldiretti – la necessità di lavorare anche sul versante delle assicurazioni, con formule capaci di salvaguardare il reddito delle aziende agricole.