Via Roma 51:
il sindaco chiarisce, critiche su Boscagli

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LECCO – Ruota attorno al civico 51 di via Roma la polemica innescata sabato dal consigliere comunale, Filippo Boscagli (Pdl), che ha voluto denunciare come quel giorno, durante le primarie regionali del centro sinistra, l’edificio di proprietà comunale abbia accolto un seggio elettorale.

“Difficile descrivere lo sconcerto di chi, questa mattina, ha visto il palazzo comunale di Via Roma 51, storica sede dell’associazionismo lecchese, diventare proprietà dei partiti locali, al punto da contattare alcuni consiglieri comunali tra i quali il sottoscritto per denunciare l’accaduto – aveva spiegato Boscagli, sabato – Via Roma 51 è, non diversamente da Palazzo Bovara sede del Comune, una sede pienamente istituzionale, che il Comune concede ad alcune associazioni ed enti ritenuti meritevoli in città. Allo stesso modo chi vuole organizzare eventi ha il diritto di chiedere l’uso gratuito degli spazi nelle piazze cittadine, tutti abbiamo in mente la vendita di beneficenza di arance per il cancro, fondi per l’Africa fino ai gazebo dei partiti politici o di raccolte firme per referendum. Ma c’è qualcuno più uguale degli altri, qualcuno che merita spazi maggiori rispetto ad enti non profit, associazioni o agli altri partiti”.

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L’intervento di Boscagli ha tuttavia acceso le critiche di chi, indispettito dalle sue dichiarazioni, non ha invece mancato di sottolineare i lasciti della precedente Amministrazione comunale e le recenti vicende accadute in Regione che hanno coinvolto anche lo zio del consigliere comunale, l’ex assessore Giulio Boscagli, indagato insieme al capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli ed altri 40 politici, nell’inchiesta sui rimborsi elettorali condotta dalla Procura di Milano. Tra questi l’ex segretario generale Cgil Lecco, Alberto Anghileri:

“Non ci vedrei nulla di sbagliato se il Comune, rilasciando regolare permesso, avesse concesso le sale comunali per attività previste dalla legge. L’incredibile è che sia Boscagli a fare una predica, dopo che con la precedente Giunta di centro destra hanno riempito la città con i simboli della Lega, ed ora emergono in una giunta regionale dove pare che con i soldi pubblici si siano comprati di tutto e di più. Da credente, Boscagli dovrebbe guardare la trave nel suo occhio piuttosto che la pagliuzza in quello degli altri”.

“Insomma – prosegue Anghileri – una polemica pretestuosa ed inventata, forse dettata anche dall’invidia verso un centro sinistra dove si fanno le primarie, al contrario di altri partiti dove è un padrone che decide per tutti”.

Come Anghileri, altri commenti sulle dichiarazioni di Boscagli sono giunti dal web: “Tutte le volte che davanti al comune vedo la rosa delle alpi , realizzata con i soldi dei contribuenti , mi vengono le convulsioni, che si pensi ai consiglieri regionali che con i NOSTRI SOLDI facevano la spesa”; “La famiglia pensi ai 31 dirigenti nominati da Formigoni senza concorso qualche settimana fa e tra cui compariva un cuginetto..”.

C’è anche chi invece ha apprezzato l’intervento del consigliere e si è chiesto “le regole non sono uguali per tutti???”. A tagliare la testa al toro ci ha pensato il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, che ha voluto fare chiarezza sulla vicenda:

Non è stata un’iniziativa dell’Amministrazione comunale – ha spiegato il primo cittadino – il Comune aveva autorizzato lo spazio pubblico antistante l’edificio, così come avviene per qualsiasi altro ente; a quanto ci risulta è stata poi un’associazione che, viste le situazioni climatiche, ha voluto ospitare il seggio nei propri spazi. Lo spostamento interno e il non utilizzo del permesso che era stato rilasciato è stato fatto all’interno della sede di un’ente, l’Associazione Lecchese Ipertesi, al di fuori del perimetro di nostra competenza”.