MANDELLO – “Ascoltiamo un assordante silenzio da parte dell’Amministrazione sulla privatizzazione dell’acqua in atto. Questo assordante silenzio assomiglia sempre più a un pacato, passivo e trasparente allineamento senza presa di posizione, forse per mancanza di informazione da parte degli amministratori eletti. E questo atteggiamento sta portando Mandello ad allinearsi a una illegale e anticostituzionale scelta, in quanto in contrasto con sentenze europee riguardanti la metodologia e il non rispetto dei requisiti di controllo analogo e di attività prevalente stabiliti dalla Corte di giustizia europea nella sentenza Teckal del 18 novembre 1999 causa C – 107/20018”.
Il Movimento 5 Stelle di Mandello scende in campo nuovamente sulla questione dell’acqua e per evidenziare come la giurisprudenza e la dottrina ritengano che “il requisito del criterio prevalente non venga soddisfatto quando il servizio viene fornito a soggetti diversi da quelli controllanti, ovvero lo fornisce in maniera irrisoria e qualitativamente irrilevante rispetto alle strategie aziendali e in ogni caso non fuori della competenza territoriale dell’ente affidante”.
“La non esistenza di questi requisiti – si legge in una nota diffusa mercoledì 8 luglio dai pentastellati – crea un danno all’Amministrazione in quanto non le permette di svolgere quelle importanti azioni di controllo stabilite da una sentenza del Consiglio di Stato del 2013. Inoltre informiamo l’Amministrazione che una sentenza della Corte dei conti della Lombardia, la numero 195 del 13 maggio scorso, afferma che i presupposti dell’in-house e del controllo analogo di primo livello devono sussistere al momento dell’affidamento stesso e non essere acquisiti successivamente”.
Secondo la norma, dunque, “LRH avrebbe dovuto essere a norma entro il 30 giugno e non al 30 dicembre”. “Inutile e impossibile lavarsi le mani e mettere la testa sotto la sabbia – affermano sempre i 5 Stelle – Sarebbe un comportamento esecrabile nel non rispetto delle normative sia nazionali sia europee che conseguentemente andrebbe a creare un danno economico a tutta la cittadinanza, che si vedrebbe aumentare le imposte su un bene essenziale da società che non ne hanno il diritto”.
“Ci rendiamo pertanto disponibili a un confronto – conclude il M5S di Mandello – per dare all’Amministrazione tutte le informazioni necessarie, così da giungere preparata alla riunione di fine mese nella quale i sindaci dovranno scegliere se accogliere o meno la proposta di delibera del Cda, con una corretta panoramica sulla situazione attuale, nella speranza che si prenda una decisione nell’interesse di tutta la cittadinanza”.