Lecco ricorda gli operai deportati, il primo 7 marzo senza Pino Galbani

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LECCO – Mancava lui davanti al tricolore che il 7 marzo avvolge il monumento in ricordo degli operai arrestati nel 1944 e deportati al campo di concentramento di Mauthausen-Gusen: Pino Galbani, testimone di quei fatti, è scomparso lo scorso dicembre, nel giorno di Natale, ma il suo silenzio solenne dinnanzi al marmo commemorativo riecheggia ancora nella menti di chi, ogni anno, celebra il ricordo di quegli avvenimenti.

“E’ il primo anno che questa cerimonia si svolge senza Pino – lo ha ricordato Giancarla Pessina, presidente dell’Anpi di Lecco – c’è malinconia in tutti noi”.

 

Pino Galbani, in un video ricordo trasmesso nel corso delle celebrazioni odierne

 

E’ il 73esimo anniversario di quegli eventi e diversi lecchesi, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e sindacati si sono riuniti in mattinata per partecipare alla Santa Mesa nella chiesa di Castello, celebrata da don Egidio Casalone, e poi in corteo verso il Parco 7 Marzo di corso Matteotti, dove l’Anpi ha ricostruito quei fatti di cui sono stati vittime una trentina di lavoratori. In loro ricordo è stato deposto un omaggio floreale alla lapide dei caduti in via Castagnera.

La cerimonia è poi proseguita nell’Aula Magna ex Bovara, con il coinvolgimento degli studenti dell’IIS Bertacchi e degli Istituti lecchesi che partiranno per il Viaggio per la Memoria 2017 da Lecco ad Auschwitz.

Da sinistra: il preside Angelo De Battista, il dirigente scolastico Raimondo Antonazzo, Giorgio Carnicella della Cgil, Giancarla Pessina dell’Anpi, l’assessore comunale Anna Mazzoleni e il prefetto Lilliana Baccari

 

“Abbiamo invitato gli alunni che affronteranno il viaggio tra poche settimane e le classi che invece lo hanno già vissuto, come se fosse un passaggio di testimone, è quello che Pino vorrebbe – ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Wolfango Pirelli – Pino parlava ai giovani e noi racconteremo di lui agli studenti. I fatti di cui Pino ci narrava erano accaduti in un contesto storico particolare ma ci insegnano che la lotta per il pane e per migliorare le proprie condizioni di lavoro non sono mai disgiunte dalla libertà e dalla democrazia. Oggi la definiamo coesione sociale ed è la misura in cui una società è in grado di dare una risposta i problemi dei propri cittadini”.