Mandello. Cane disperso per 3 giorni, il racconto del salvataggio

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David avvolto nel telo termico subito dopo il recupero (foto di Andrea Carì)

Andrea Carì, Guida Alpina e Soccorritore Alpino, racconta le operazioni di recupero di David, bracco tedesco caduto in un torrente in Val Meria

Il cane è rimasto tre giorni in un canyon. Trovato da Andrea e dalla sua padrona è stato recuperato e portato dal veterinario. Ora sta bene

MANDELLO – “Ogni giorno Guide Alpini e Soccorritori compiono interventi di recupero più duri ed impegnativi, medici ed infermieri poi in questo periodo hanno fatto cose ancora più eccelse. La tenacia dimostrata da G. e il suo fido David è stata però davvero unica. Siete speciali!”.

David è il bracco tedesco protagonista della disavventura a lieto fine

Così Andrea Carì, Guida Alpina e membro del Soccorso Alpino, conclude il racconto dell’incredibile recupero che lo ha visto protagonista nei giorni scorsi. La ‘vittima’ da soccorrere era David, un bracco tedesco “kurzhaar” di 6 anni, rimasto per tre giorni disperso nei selvaggi boschi della Val Meria, sopra Mandello. Alle operazioni di recupero avevano partecipato anche i Saf dei Vigili del Fuoco.

“La storia è un po’ lunga, ma merita di essere letta, secondo me” scrive Andrea sulla sua pagina facebook, Mountain Dream. “Sabato scorso David, insieme alla sua padrona, G., stava salendo al rifugio Elisa quando, seguendo il suo istinto, a circa 1000 metri di quota, poco sotto i salti di roccia alla base del Sasso Cavallo ha visto un gruppo di camosci, scomparendo dalla vista della sua padrona che invano lo ha chiamato per ore. Il giorno dopo, domenica, il tempo è davvero pessimo ma pioggia, vento e freddo non hanno fermato G. che ha cercato David per tutto il giorno, purtroppo con esito negativo. Su indicazioni di un suo amico, la padrona mi contatta. A detta sua io conosco ogni angolo della Grigna!”.

Così i due lunedì, di buon’ora partono alla volta della Val Meria: “Sappiamo entrambi che stiamo cercando il famoso ago nel pagliaio – scrive Andrea – a distanza di tre giorni, con la pioggia di domenica, siamo pronti anche al peggio”.

“Raggiungiamo il luogo dell’ultimo avvistamento e lì, usando un poco l’istinto e tanto l’esperienza di anni di cani scappati e poi recuperati (tra cui il mio, Psike, che ne è l’emblema!) mi metto a seguire le tracce lasciate dai camosci che conducono a dei salti di roccia a picco sul canyon iniziale del torrente Meria. Continuiamo a chiamare David, ma non sentiamo nessun abbaio o lamento, forse anche a causa dell’impetuoso scorrere dell’acqua del fiume. Non desistiamo però e con l’idea di bonificare la zona più impervia ho iniziato a calarmi su prati pensili e salti di roccia. La prima calata si conclude con esito negativo, risalgo e decido con G. di cambiare linea. Costruisco un ancoraggio su una pianta e da lì mi calo fino quasi all’altezza del fiume ma ancora non vedo niente. Da questo posizione, mi rendo conto, ho una buona visuale su un’ampia porzione del canyon ma una piccola ansa rimane nascosta. Per scrupolo risalgo e spostando l’ancoraggio iniziale mi ricalo”.

A quel punto Andrea vede David: “Stupito, lo vedo ancorato ad una roccia tra lo scorrere dell’acqua. Non si muove e penso al peggio dal momento che è bloccato dentro un canyon da tre giorni di pioggia e fiume in piena. Dopo poco però la felicità: David muove la testa, è vivo! Avviso la sua padrona e penso a come recuperarlo, sono solo e con poco materiale, chiedere a G. di aiutarmi è troppo pericoloso. Così mi organizzo con quello che ho a disposizione e con una serie di paranchi recupero David. Alla fine la situazione non è tanto diversa dai recuperi che noi Guide Alpine facciamo nei crepacci sui ghiacciai: tira, molla, tira, molla, scendi, sblocca la microtaxion, risali, crea una serie di ancoraggi intermedi per ridurre gli attriti e via, ripeto questa operazione diverse volte per circa 60 metri di salto. Alla fine David, stremato, è di nuovo tra le braccia della sua padrona”.

Andrea e G. lo avvolgono subito in un telo termico: “Anche per i cani l’ipotermia è un rischio da ridurre in maniera tempestiva” ricorda Andrea. “David pian piano diventa più presente ma è comunque grave. Sono tre giorni che è bloccato in mezzo all’acqua a 1000 metri di quota, sotto il diluvio e senza mangiare. Ora è il momento di portarlo a valle e il più in fretta possibile dal veterinario”.

Nel frattempo però la nebbia ha avvolto i ripidi pendii della Val Meria, così Andrea e G. decidono di chiedere aiuto ai Vigili del Fuoco, nucleo Saf, che subito dà ai due la disponibilità ad intervenire. “Non ci illudiamo, giustamente, sulle necessarie tempistiche di intervento, lo stato delle cose però ci impone di guadagnare tempo. Così G. mi carica sulle spalle David e insieme scendiamo a valle sperando di incontrare il primo possibile i Vigili del Fuoco”.

“La discesa è ripida e nonostante i 30 kg di cane che ho sulle spalle l’ora di camminata sul sentiero scorre veloce, tanto che ci ritroviamo oramai sulla strada carrozzabile, vicini alla macchina dei Vigili del Fuoco. Insieme a loro montiamo la barella su cui carichiamo David e in pochi minuti portiamo il nostro paziente speciale al parcheggio di Rongio. Poi G. corre in macchina con David dal veterinario mentre io sistemo il materiale insieme agli amici Vigili del Fuoco. Poco dopo la raggiungo e con grande felicità trovo David, un poco traballante, sulle sue zampe, che in maniera un filo timorosa, mi saluta e ringrazia a suo modo”.

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“È davvero una sensazione unica quella che proviamo tutti e tre assieme – scrive Andrea – una sensazione di profonda amicizia e di forte legame, con tre “persone speciali” che in realtà si conosco da poche ore, ma che oggi hanno vissuto un’esperienza che li unirà a lungo”.

“Ci tengo a precisare che ciò che ho fatto non è nulla di speciale – ha concluso Andrea – già anni fa avevo soccorso Cesare, un altro cane disperso anch’esso in Val Meria per giorni e giorni (qui il link del video di quel soccorso: https://youtu.be/SazdUq1a5DA). Ogni giorno le Guide Alpine e i Soccorritori Alpini compiono soccorsi più duri e impegnativi, medici e infermieri in questo periodo hanno fatto cose ancora più eccelse, ma la tenacia dimostrata da David e la sua padrona è davvero unica. Siete speciali!”.