PAVIA – Diciassette persone deferite all’autorità giudiziaria, di cui cinque tratte in arresto e un commercialista interdetto dall’esercizio della professione per frode fiscale e riciclaggio. È questo il bilancio dell’operazione Meucci, un insieme di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Pavia e condotte dalla Guardia di Finanza e dall’Ufficio Antifrode della Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate.
Il Gruppo della Guardia di Finanza di Pavia ha scoperto e disgregato un sodalizio criminoso, composto da imprenditori e professionisti che, attraverso la compravendita di fittizi crediti di imposta, ha tratto indebiti vantaggi fiscali ed economici.
Il sofisticato meccanismo fraudolento era articolato in varie fasi: la prima fase prevedeva la costituzione di società cartiere che attraverso l’emissione di false fatture generavano crediti di imposta fasulli; la seconda fase prevedeva la cessione di tali crediti ad altre società che avevano lo scopo di fungere da filtro tra le società cartiere e i reali utilizzatori dei crediti di imposta fasulli; la terza fase prevedeva la cessione dei crediti di imposta fasulli dalle società filtro alle società utilizzatrici.
Nel corso delle diverse fasi è stata determinante la partecipazione di professionisti tributari che per sfuggire ai controlli hanno suggerito ai promotori del sodalizio criminoso il frazionamento – in centinaia di modelli F24 – dei pagamenti delle imposte e dei contributi previdenziali, con l’accortezza di operare compensazioni per importi inferiori a 5.000 euro e con un saldo maggiore di zero. Così è stato possibile utilizzare i propri servizi bancari telematici di home banking e non i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate obbligatori per legge.
Le verifiche, condotte in collaborazione e sinergia dalla Guardia di Finanza e dall’Ufficio Antifrode della Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate, hanno consentito di accertare un’evasione delle imposte per oltre 7 milioni di euro. Per tale ragione il Gip ha ordinato il sequestro di beni mobili e immobili degli indagati fino all’equivalente delle imposte evase.