17 ultras segnalati (la maggior parte provenienti da Busto Arsizio) al termine di un’indagine condotta dalla Digos di Lecco in collaborazione con quella del centro del varesotto in seguito agli scontri dello scorso febbraio tra supporter blucelesti e della Pro Patria. I fatti avvennero a Lecco, nei pressi dell’uscita della SS36, in via Balicco. Oggi il punto sulla situazione in una conferenza stampa.
L’inchiesta si è avvalsa di riscontri video, con immagini “anche storiche“. La rissa fu violenta, vennero impiegati pure cavi di rame ricoperti e tra i feriti ci furono anche due poliziotti e un carabiniere che per primi cercarono di fermare le due fazioni. Protagonisti gruppi contrapposti di ultras: i bustocchi erano 43 (tra loro anche delle ragazze), 55 i lecchesi.
Al termine delle indagini dunque sono 17 le persone segnalate (cinque i tifosi blucelesti) mentre sono stati richiesti anche dei “Daspo” – i decreti che allontanano dagli stadi i personaggi colpiti dal provvedimento. Accuse contro gli ultras: rissa, aggressione, resistenza e violenza contro pubblici ufficiali, porto di oggetti atti ad offendere.
L’ultimo precedente serio a Lecco risaliva al 2005 (allora gli scontri furono con i tifosi del Venezia). Per sei anni quindi una relativa calma ma ora, è stato detto oggi, il segnale è chiaro: basta violenze per il calcio a Lecco. Perché allora venne autorizzata la trasferta dei bustocchi in città? Il vice commissario della Digos lecchese Domenico Nera ha affermato che la decisione fu presa dal Prefetto. La logica sarebbe quella di far partecipare i tifosi, altrimenti “il calcio diventa un gioco virtuale”, ma il segnale chiaro rimane che Lecco non può diventqare un teatro di tafferugli.
Per come andarono le cose la Digos ritiene che ci fu premeditazione. I tifosi di Busto Arsizio infatti scelsero di giungere in auto fino a Oggiono e da lì prendere il treno per l’ultima tratta. Del loro innaspettato arrivo alla stazione a Lecco si accorse la Polfer che subito avvisò dell’anomalia. Le forze dell’ordine convogliarono quindi il gruppo (in cui vi era anche qualche ragazza) verso via Balicco la viuzza alle spalle della stazione dove sbuca il sottopasso per scortarli fino allo stadio. I lecchesi, molti a volto coperto, presero la comitiva di fianco, raggiungedola dal passaggio pedonale del Broletto, fu così che quasi cento persone si scontrarono violentemente in un ritrovo a detta degli investigatori programmato, come succedeva in Gran Bretagna alcuni anni fa e come ancora succede in alcuni paesi dell’ex Jugoslavia.