LECCO – Ma quale “Sistema Lecco”: quell’intreccio coeso di rapporti tra istituzioni e tessuto economico locale sbandierato con vanto come l’eccellenza lecchese dai principali soggetti istituzionali del territorio, “ha brillato fino a poco tempo fa ed ora la sua luce è venuta meno”.
A denunciarlo è l’API di Lecco, durante la conferenza stampa di giovedì mattina, nella quale l’associazione delle Piccole Medie Industrie ha presentato le proprie linee guida per il 2014, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe.
Maggiore vicinanza ai mutevoli bisogni delle aziende, una rappresentanza efficace “non appesantita da sterili cerimonie” ma che spinga a progetti concreti, sguardo verso le nuove tecnologie “per innescare un nuovo corso per il manifatturiero” e maggiore collaborazione tra enti, associazioni e istituzioni.
E’ proprio su quest’ultimo obbiettivo che l’API ne ha per tutti e in particolare verso quel “Sistema Lecco” che, come sottolineato dai vertici dell’associazione, per ora sarebbe rilegato ad una stretta cerchia di soggetti.
Un sistema “per pochi” perché, come ha spiegato il presidente API Luigi Sabadini, “i collegamenti non sono estesi a tutta la platea di attori, ci sono dei progetti che non sono condivisi se non a nuclei”. Nel mirino dei piccoli e medi imprenditori c’è la “cabina di regia” dell’economia lecchese, ovvero la Camera di Commercio, ma anche Comune di Lecco, la Provincia e Confindustria verso la quale i rapporti sarebbero tutt’altro che distesi.
“Abbiamo subito attacchi sconsiderati e scorretti dal mondo confindustriale e questa non è collaborazione – denuncia Riccardo Bonaiti, ex presidente di API Lecco ed ora componente della Giunta di Presidenza Confapi – Se le premesse sono di aggressione, come si può trovare un punto di contatto tra le nostre associazioni? Invece è questo che andrebbe fatto poiché rappresentiamo lo stesso tipo di interesse, quello del mondo imprenditoriale”.
Stop anche alle “discussioni infinite, si fanno progetti e si portano a casa – ha dichiarato Sabadini, affiancato dal direttore Mauro Gattinoni – Non siamo qui a scaldare le poltrone e nemmeno non vogliamo fare i primi della classe. Se determinate iniziative avranno un vantaggio per le nostre aziende e per il nostro territorio vedranno la nostra partecipazione in prima istanza, con massima apertura a chi voglia parteciparvi”.
Anche in vista di Expo 2015, l’API ha espresso le sue preoccupazioni : “Le progettualità non possono essere decise solo da Provincia e Comune, perché se il focus di Lecco fino all’anno scorso era quello di far dormire il cliente o fornitore estero all’ostello della gioventù ristrutturato, forse andava ripensato qualcosa. Lo abbiamo detto ma non ci hanno ascoltato, quindi abbiamo presentato un nostro progetto di incoming in Regione che è spendibile per tutte le aziende che ne faranno richiesta in Lombardia” ha spiegato il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Confapi, Oriano Lanfranconi .
“Il sistema Lecco funzionava laddove la Camera di Commercio e la Provincia facevano da capofila per raccogliere le indicazioni – ha proseguito Lanfranconi – Poi però ci si nasconde dietro la mancanza di risorse e le divisioni politiche e tra le associazioni” .
Sempre dai giovani imprenditori, un appello è arrivato anche dal presidente lecchese Andrea Beri affinché il Politecnico, altro punto di riferimento del “sistema”, diventi realmente un punto d’incontro per lo sviluppo.