Riva Acciaio: ancora nessun compratore per il sito di Annone

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riva acciaio annone  (1)ANNONE – Incontro al ministero sul caso della Riva Acciaio che ha chiuso la sede produttiva di Annone Brianza: allo stesso tavolo si sono riuniti i rappresentati dell’azienda e i sindacati di Fiom, Fim e Uilm nazionali e locali per discutere della situazione non solo del sito brianzolo ma anche di quello veronese.

Il sito di Verona ha dovuto attivare tutti gli ammortizzatori dal contratto di solidarietà alla cassa integrazione straordinaria che scade il prossimo 31 ottobre e servirà una soluzione per dare copertura ai lavoratori sino alla fine anno, quando il gruppo Pittini acquisirà la fabbrica.

Proprio sulla cessione al gruppo Pittini, Riva ha tenuto a rassicurare i sindacati spiegando che si tratta di una società ben strutturata ed in grado di mettere sinergie in campo sinergie tali da sviluppare e dare slancio al sito di Verona.

Lo stabilimento di Annone, invece, essendo specializzato nella rete elettro saldata per l’edilizia ha pagato la crisi più di altri e non si prevedono miglioramenti che consentono di proseguire.

La proprietà sollecitata dai sindacati si è resa disponibile a favorire il passaggio ad altro imprenditore senza mirare a speculazioni.

“A questo proposito – spiega Enrico Azzaro della Uilm – abbiamo chiesto in costanza di ammortizzatori sociali di informare il sindacato di eventuali contatti e interessamenti per l’area e abbiamo ricordato che il Comune di è reso disponibile a favorire in termine i fiscali il possibile acquirente in cambio di assorbimento della forza lavoro di Riva”.

Su possibili voci di compratori, la Riva ha comunicato che non vi sono state offerte concrete, ma solo interessamento su alcuni aree di terreno.
Per quanto riguarda l’aspetto più generale del gruppo Riva, la proprietà ha comunicato al rappresentate del Governo che nonostante le avversità che ha subito, Riva Acciaio rimane la propria vocazione industriale e intende rimanere in Italia e non dismettere.

“ Riva, ha subito un vero esproprio degno delle migliori dittature e quindi avevamo di fronte una azienda con ferita e ancora oggi profonde – prosegue Azzaro – Detto questo, non possiamo dimenticare che la crisi e’ stata scaricata sui lavoratori e vi sono delle precise responsabilità morali che ogni imprenditore ha dal momento che attua la scelta di chiudere uno stabilimento. Per noi della Uilm rimane aperta la partita sul futuro di questi lavoratori ed è per questo che è stato chiesto alla proprietà di prendere un impegno in sede governativa di informare il continuare il confronto con il sindacato e monitorare eventuali evoluzioni al fine di realizzare il passaggio industriale da un imprenditore ad un altro”.