Riva Acciaio chiude. I sindacati: “Tutelare i lavoratori”

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ANNONE / LECCO – Sono tornati di fronte ai cancelli di Confindustria Lecco i lavoratori della Riva Acciaio di Annone a un mese dall’annuncio della chiusura del sito brianzolo per cessata attività.

Il presidio dei dipendenti dell’acciaieria ha anticipato l’incontro nella sede degli industriali in via Pegola tra i sindacati e la Rsu con i rappresentanti dell’azienda.

Rino  Maisto
Rino Maisto

“Con la crisi dell’edilizia, dal 2008 c’è stato un utilizzo costante degli ammortizzatori sociali, i lavoratori producevano due settimane su quattro ma il sentore dell’azienda era quello di una ripresa” ha ricordato Rino Maisto della Fiom Cgil.

Invece, come ha sottolineato il sindacalista, a luglio del 2013 c’è stato lo stop di un mese della fabbrica per la vicenda dell’Ilva, a quei tempi proprietà della famiglia Riva, e a seguito del maxi sequestro preventivo dei beni del gruppo per oltre 916 milioni di euro deciso dalla Procura di Taranto.

“Da febbraio – ha proseguito Maisto – i dipendenti praticamente non entrano in azienda se non per lavori di manutenzione agli impianti. Già da aprile chiedevamo quali fossero intenzioni del gruppo Riva ed un mese fa ci è stata riferita a sorpresa la chiusura per cessata attività. Quindi è iniziata la trattativa con l’azienda per tutelare lavoratori”.

Lavoratori che saranno coperti dal contratto di solidarietà fino a 30 di settembre: “Oggi avremmo diritto cassa straordinaria a 12 mesi, salvo la recente riforma degli ammortizzatori sociali. Quello che chiediamo, così come avviene in altri casi analoghi, è l’incentivo all’esodo per aiutare i lavoratori in attesa di una ricollocazione. L’azienda però, che fino a quel momento era stata collaborativa, ci ha risposto picche”.

I lavoratori della Riva con il sindacalista Enrico Azzaro, il secondo da sinistra
I lavoratori della Riva con il sindacalista Enrico Azzaro (il secondo da sinistra)

La protesta della Fiom è condivisa dal sindacato dei metalmeccanici della Uil: “ Chiediamo la cassa integrazione straordinaria ed un incentivo all’esodo – ha spiegato Enrico Azzaro – ma anche l impegno delle istituzioni locali perché è un’area importante , vorremmo che Riva la mettesse in vendita e che una parte di quel ricovato rappresenti una ricaduta importante per i lavoratori.”

Una quarantina circa le maestranze rimaste legate al sito di Annone, la maggior parte sopra i 40 anni e per questo non si annuncia un facile periodo per loro e per le loro famiglie.

“Sono lavoratori, quelli tra i 40 e 50 anni,. Che hanno bisogno di riconvertirsi professionalmente e ciò può essere fatto attraverso società che formano e qualificano i lavoratori e li possono inserire sul mercato del lavoro”.