Riva acciaio verso la chiusura: la trattativa delude i sindacati

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Riva Acciaio - presidio lavoratori (4)

ANNONE – Non c’è soddisfazione da parte dei sindacati all’uscita dall’incontro che si è svolto in Provincia, giovedì mattina, sulla situazione delle Riva Acciaio, che a fine mese chiuderà lo stabilimento di Annone: sono state deluse infatti le speranze dei sindacalisti che spingevano nei confronti del gruppo affinché venisse concessa ai 40 lavoratori una dignitosa “buona uscita”.

L’azienda, spiegano dal sindacato, avrebbe posto un tetto massimo di 4500 euro lordi a lavoratore: “Siamo fortemente rammaricati nel vedere come il gruppo Riva Acciaio stia determinando i rapporti con lavoratori che negli anni hanno dato l’anima a l’azienda. Avremmo sperato in un accordo dignitoso” spiega Rino Maisto della Fiom Cgil Lecco.

Nel frattempo Regione Lombardia, sede del prossimo tavolo istituzionale previsto per il 29 settembre, ha dato parere positivo riguardo all’eventuale apertura del procedimento di cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività (da gennaio 2016, con le nuove norme del Jobs Act non ci sarebbe infatti stata questa possibilità).

La cassa straordinaria, se l’accordo al Pirellone verrà raggiunto, coprirà i lavoratori per un anno a partire dal 1 ottobre (il 30 settembre scade il contratto di solidarietà).

I sindacati, però, non si rassegnano alle decisioni del gruppo Riva: “La Uilm rigetta al mittente la posizione dell’azienda in quanto è nuovamente ricattatoria nei confronti dei lavoratori perché pone l’accettazione delle sue condizioni come necessaria per l’accordo sulla cassa integrazione – denuncia Enrico Azzaro – come organizzazione sindacale ci aspettavamo da parte di una delle aziende più importanti del Paese, una presa di responsabilità più seria. Serve responsabilità sociale a fronte della chiusura di uno stabilimento”.

Nel pomeriggio i sindacati hanno incontrato i lavoratori in assemblea: “Davanti al ‘prendere o lasciare’, i lavoratori sono stati condizionati nello scegliere il ‘meno peggio’ – prosegue Azzaro – Come Uilm non accettiamo tale trattativa, ci attendiamo un sostegno vero delle istituzioni perché la partita non si gioca più al tavolo confidustriale ma è una partita tutta politica, quindi a partire da Ministero alla Regione, chiediamo un intervento deciso per far modificare l’atteggiamento della Riva Acciaio”.