Tubettificio: riduzione di ore e salario? Accordo a rischio

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Tubettificio durante una delle ultime assemblee dei lavoratori

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LECCO – Il prezzo da pagare per mantenere il proprio posto di lavoro è sempre più alto per i dipendenti del Tubettificio Europeo: orario ridotto ad un par time di sei ore giornaliere, azzeramento della contrattazione di secondo livello, quindi niente premio di risultato, via i superminimi e la quattordicesima , una riduzione di salario che secondo i sindacati ammonterebbe almeno 300 euro in meno sulla busta paga.

Questa è la proposta dell’azienda ai lavoratori per garantire l’impiego a tutti e cento gli attuali dipendenti nella nuova Srl Tubettificio quando, il 1 giugno l’attuale Spa cesserà l’attività facendo scattare i licenziamenti per tutte le maestranze. Il tempo stringe ed entro pochi giorni, attraverso un sondaggio promosso dall’azienda, si dovrà capire quanti dei lavoratori saranno disposti ad accettare le nuove condizioni contrattuali.

L’aria che tira nello stabilimento di Pescarenico lascia però intuire la delusione dei lavoratori, urlata a gran voce nell’assemblea che si è svolta nel pomeriggio di martedì. D’altronde, la proposta dell’azienda è stata bollata come “irricevibile” da Fiom e Fim.

I lavoratori riuniti in assemblea
I lavoratori riuniti in assemblea

“L’azienda ha fatto un calcolo del costo della manodopera su 60 lavoratori che le servono e li ha spalmati sugli attuali cento che, nel migliore dei casi, avranno una riduzione di stipendio intorno al 30% se non peggio. Sono condizioni insostenibili” spiega il sindacalista di Fim Cisl, Giovanni Gianola.

Posizione diversa per la Uilm, più disposta verso l’accordo con l’azienda: “Se vogliamo far passare tutti i 99 lavoratori nel nuovo Tubettificio è necessario abbattere il costo complessivo del lavoro, altrimenti la newco non sarà in grado di partire. Un grande sacrificio che può consentire la continuità se rende l’azienda si rende appetibile a nuovi compratori”.

E’ proprio l’esistenza di imprenditori interessati all’acquisto del Tubettificio la discriminante per un accordo: ad oggi, spiegano i sindacati, nessun interesse si sarebbe ancora palesato e ciò spinge i lavoratori e i loro rappresentanti ad una certa prudenza o scetticismo. Il rischio, avvertito dai dipendenti, è quello di accettare il nuovo contratto per poi ritrovarsi con un pugno di mosche nei mesi successivi.

“Se Mister X esiste deve farsi avanti ora, non dopo il 1 giugno – commenta Mauro Castelli della Fiom – presentare una proposta, mettere delle risorse sul piatto. Significherebbe avere un progetto nuovo, a quel punto saranno i lavoratori a scegliere se farvi parte a quelle condizioni”.