Lettera. Pericolo Lupi in Lombardia: falso allarmismo (politico)

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lupo
(Foto di steve fehlberg da Pixabay)

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo un’interessante lettera giunta in Redazione e dedicata al discusso tema della presenza dei lupi in Lombardia:

“Con riferimento alle dichiarazioni e alle azioni di Giacomo Zamperini volte al contenimento dei lupi ci sono doverose contro deduzioni da portare all’attenzione dell’opinione pubblica e degli elettori Lombardi.
Anzitutto: il consigliere regionale bolla come insufficienti le azioni che Regione Lombardia sta portando avanti, nel rispetto di una normativa regionale, nazionale ed europea, oltre che del buon senso, delle azioni di convivenza e di un aiuto concreto agli allevatori.
Dichiara che i recinti elettrificati non funzionano, che l’indennizzo dei danni è insufficiente, che la situazione è critica e che l’unica soluzione percorribile è rimuovere i lupi dai territori montani, alimentando un allarmismo già di per sé ingiustificato, ma che trova facile veicolo nella disinformazione.
Quanto sopra non risponde al vero: la corretta prevenzione riduce le predazioni del 95%.
Lo sanno bene i tanti allevatori e pastori che a queste misure si affidano con serietà e che, salvo casi rarissimi, dato che il rischio zero non esiste in nessun aspetto economico e di vita, in questo modo portano avanti proficuamente la loro attività, i quali meritano anche più rispetto dei colleghi che fanno appello al facile piagnisteo.
Quanto alle consuetudini secolari che si intendono preservare è il caso di ricordare, che tra le stesse rientrano le buone pratiche di difesa e convivenza con i lupi, che i pastori non hanno mai perso in altri territori e che oggigiorno, grazie all’esperienza maturata e allo sviluppo tecnologico, sono ancora più efficaci di un tempo.
Le criticità dei territori montani sono ben altre: l’esodo rurale, che Regione Lombardia ha già analizzato nella Missione Valutativa n.26/2020, trova ragione, anzitutto, nell’invecchiamento della popolazione e, per chi rimane, nella carenza dei servizi essenziali di cittadinanza (socio-sanitari, socio-assistenziali, scolastici, di connettività), nonché di attività che a fronte di fatica portano guadagni limitati.
Vi sono, tuttavia, giovani che stanno riscoprendo le attività montane, proprio per il sano rapporto con la Natura, ormai precluso nelle aree urbanizzate.
La ricomparsa del lupo non incide minimamente sul problema, soprattutto nelle Alpi Lombarde, anche solo per due valutazioni concrete: una quantitativa, poiché le predazioni da lupi, su tutto il territorio nazionale, pesano meno dell’1% sulle perdite di bestiame; una temporale, dato che i lupi sono nuovamente presenti in un numero di branchi minimamente significativo solo negli ultimi 10 anni, ma lo spopolamento data da ormai da un secolo.
Si metta un freno, cortesemente, al cavalcare l’onda emozionale, scatenando ataviche quanto irrazionali paure a fini elettorali e si affrontino le reali necessità dei territori, in primis l’emergenza della sanità pubblica, dato che dell’eccellenza lombarda non è rimasto che un pallido ricordo”.
C. P.
Una lettrice ed elettrice