LECCO – “Questa sera, recandomi in ospedale con la mia bambina per febbre e mal di gola, scopro che tra i vari tagli effettuati dall’ospedale rientra anche il test rapido del tampone orofaringeo. Morale: niente tampone e si torna a casa a mani vuote. Sono stata invitata a recarmi il giorno dopo alla clinica Mangioni e farlo a pagamento. Sono indignata e schifata!”
A scriverci è una lettrice, mamma di una bimba di 9 anni affetta da una endocardite, che la scorsa settimana si è recata al pronto soccorso dell’ospedale Manzoni per sintomi già descritti nella missiva e poi accolta al pronto soccorso pediatrico.
Il problema, ci spiega il genitore, è legato alla malattia al cuore di cui soffre la piccola e alla necessità di scoprire se il mal di gola fosse legato o meno alla presenza di streptococco, che avrebbe potuto aggravare le condizioni della giovanissima paziente.
“Mi è stato detto che la decisione di dare o meno un antibiotico a mia figlia l’avrebbe presa il medico dopo averla visitata ma, convinta della necessità di effettuare il test come le è sempre stato fatto in questi casi, ho atteso la mattina dopo e mi sono recata dal mio pediatra che lo ha eseguito senza alcun problema. Credo però che, in un ospedale del nord d’Italia, sia incredibile che manchi questa opportunità”.
L’Azienda Ospedaliera, alla quale abbiamo sottoposto il caso, ha spiegato che da circa due anni il servizio non viene più effettuato in ospedale perché ritenuta una prestazione ambulatoriale e quindi effettuabile direttamente nei studi dei medici di base o pediatrici.