Pietro Fiocchi, Eurodeputato FdI, racconta la prima seduta Plenaria di Ottobre
Questa settimana a Strasburgo sono stati votati due importanti dossier per i quali sono relatore ombra. Il primo riguarda il Regolamento sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele che ha lo scopo di garantire che i pericoli presentati dalle sostanze chimiche siano chiaramente comunicati attraverso la classificazione e l’etichettatura. A fronte di una proposta originale equilibrata oggi la qualità della maggior parte degli emendamenti è risultata distante dal mio punto di vista, obbligandomi ad esprimere un voto contrario; i requisiti per quanto riguarda la grafica sarebbero di difficile applicazione, soprattutto su contenitori di piccole dimensioni, oltre a significare un maggior utilizzo degli imballaggi (+20%). L’obbligo di scrivere le etichette nella lingua dei paesi di produzione e di tutti i paesi di destinazione del prodotto comporterebbe una lunga lista di informazioni scritte, se va bene, in 27 lingue diverse!
Il QR code risulterebbe un’ottima alternativa ma credo fondamentale mantenere ben in evidenza alcune informazioni per il bene del consumatore (pensiamo al glutine e altri allergeni). Se prendiamo in considerazione la parte del testo che si sofferma sugli imballaggi delle sostanze, il Regolamento prevede una riduzione del peso/volume dei confezionamenti per il cibo: questo, tuttavia, comporterebbe un alto rischio a livello alimentare, in quanto gli imballaggi sono ingegnerizzati per far sì che essi contengano dei gas che permettono agli alimenti di non subire deterioramenti nel corso del tempo, prolungandone così la durata di conservazione.
L’altro dossier su cui abbiamo votato riguarda la revisione della Direttiva acque fluide urbane che modifica e aggiorna l’attuale Direttiva che negli anni ha portato a una riduzione significativa degli inquinanti negli effluenti urbani, con conseguente miglioramento della qualità dei bacini idrografici dell’UE. In prima persona ho partecipato attivamente ed intensamente ai lavori, per garantire una stesura migliore del testo, tuttavia, il risultato non è del tutto soddisfacente. L’introduzione del trattamento quaternario delle acque richiederebbe spazio per la costruzione di ulteriori impianti che noi non abbiamo, si pensi al territorio del lago di Como, e comporterebbe elevatissimi costi che non riuscirebbero ad essere sostenuti a causa della mancanza di risorse economiche di cui molti enti territoriali soffrono; ritengo più realistico potenziare il trattamento delle acque terziario, cosa che io stesso ho supportato. Un altro problema tecnico riguarda la gestione delle microplastiche, delle nanoplastiche e dei PFAS che troviamo nelle acque. Ritengo necessario investire molto di più nella ricerca tecnologica e accompagnare più efficacemente i territori europei nell’accesso ai fondi comunitari per migliorare i trattamenti di depurazione.
Un ultimo aspetto particolarmente critico che tengo a evidenziare riguarda l’estensione della responsabilità al produttore, per via della quale i produttori farmaceutici e cosmetici dovrebbero contribuire ai costi di rimozione dei microinquinanti dalle acque reflue. In poche parole: più responsabilità e costi ai produttori. Ma la domanda qui è: “perché?”. Parlando per assurdo se il consumatore decidesse di gettare un farmaco nello scarico del bagno, inquinando, l’azienda farmaceutica ne sarebbe responsabile e dovrebbe pagare.
Durante la prossima sessione Plenaria, che si terrà la terza settimana di ottobre, verrà messo ai voti il dossier relativo al Meccanismo Unionale di Protezione Civile, dossier su cui sono stato relatore ombra e su cui ho avuto modo di lavorare intensamente; sono felice di poter dire di aver contribuito attivamente al miglioramento del UCPM, soprattutto se consideriamo l’importanza che ha non solo per il nostro territorio, ma per l’intero Paese: da troppo spesso i nostri territori sono vittime di calamità naturali e del dissesto idrogeologico che generano gravi danni, spesso causano la perdita di vite umane. Ho avuto modo di notare che la maggior parte dei Paesi Europei non sia a conoscenza della drammaticità del dissesto idrogeologico, dovuto a fenomeni naturali -come piogge torrenziali che creano frane e alluvioni- o causato da fattori antropici -come lo sfruttamento irrazionale delle risorse naturali, la mancanza di manutenzione delle opere idrauliche, degli argini, dei letti di fiumi e torrenti-. La realtà in cui viviamo mi ha mostrato la necessità di prevenire tutto questo, attraverso opere specifiche di mitigazione del rischio e il costante monitoraggio dello stato del territorio; per questo ho ritenuto necessario far sì che venissero a conoscenza della pericolosità del dissesto idrogeologico, attraverso gli emendamenti presentati e approvati dall’Assemblea Plenaria. Grazie a questi lavori sarà possibile contare su più risorse europee, con lo scopo di rafforzare i processi di prevenzione, in modo da anticipare i danni ed evitare la perdita di vite umane, perché prevenire è molto meglio che curare.