DIMISSIONI “PER FATTI CONCLUDENTI” E NUOVE REGOLE DI ACCESSO ALLA NASPI

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Da sinistra, Roberto Frigerio, Segretario CISL Monza Brianza Lecco e Antonio Mastroberti, Responsabile dell’ufficio vertenze CISL Monza Brianza Lecco

A cosa prestare attenzione per non ritrovarsi senza lavoro e senza introiti

Il collegato lavoro (Legge 203/2024) in vigore dal 1° gennaio 2025 ha stabilito che i lavoratori assenti per almeno 15 giorni consecutivi, senza giustificazioni, possano essere considerati dimissionari. “Le conseguenze sono molto rilevanti – spiega Antonio Mastroberti, Responsabile dell’ufficio vertenze CISL Monza Brianza Lecco – il lavoratore non solo perde il diritto alla NASPI, ritrovandosi quindi da un giorno all’altro senza introiti, ma gli verrà anche trattenuta l’indennità sostitutiva del preavviso”.

Il datore di lavoro infatti, trascorsi i 15 giorni (o il periodo inferiore indicato nel CCNL), potrà comunicare alla ITL l’assenza ingiustificata del lavoratore ed entro 5 giorni le dimissioni volontarie al Centro per l’impiego. L’ITL si attiverà per verificare le ragioni della mancata giustificazione: qualora il lavoratore possa dimostrare che l’assenza sia legata a causa di forza maggiore oppure imputabile al datore di lavoro, le dimissioni sono da considerarsi inefficaci con conseguente ripristino del rapporto di lavoro.

Il legislatore ha introdotto questa norma per contrastare il fenomeno dei cosiddetti ‘furbetti della NASPI’: lavoratori che si assentano dal lavoro per essere licenziati e poter accedere alla NASPI, obbligando le aziende a pagare il Ticket NASPI. “C’è un grosso rischio legato all’uso improprio della norma” evidenzia Roberto Frigerio, Segretario CISL Monza Brianza Lecco spiegando che “un datore di lavoro che volesse liberarsi di un lavoratore potrebbe trarlo in inganno comunicandogli verbalmente di astenersi dal lavoro, ad esempio con la scusa della mancanza di commesse, per poi denunciarlo come dimissionario. Stesso pericolo nel caso di ferie accordate verbalmente”. Il suggerimento su come evitare queste situazioni arriva da Mastroberti “È importante che il lavoratore giustifichi sempre le proprie assenze e, se le stesse fossero richieste del datore di lavoro, che se lo faccia mettere per iscritto”.

Anche rispetto all’accesso alla NASPI dal 1° gennaio 2025 la normativa ha introdotto importanti novità: il lavoratore che si è dimesso nei dodici mesi precedenti, se successivamente viene licenziato, per poter avere diritto alla NASPI deve aver almeno 13 settimane di contributi versati. Il che vuol dire che se nel nuovo lavoro dovesse essere licenziato per mancato superamento del periodo di prova dopo due mesi, non avrà diritto alla NASPI. “La norma” fa notare il Segretario CISL, Roberto Frigerio “potrebbe avere un evidente carattere discriminatorio in quanto la NASPI dovrebbe tutelare tutti i lavoratori che perdono involontariamente il lavoro”. Anche qui un suggerimento arriva da Antonio Mastroberti “Per non rischiare di perdere il diritto alla NASPI, nella nuova assunzione i lavoratori potrebbero concordare un periodo di prova minimo di tredici settimane. In ogni caso, prima di prendere decisioni affrettate che possono minare la propria stabilità economica, consigliamo di richiedere un consulto da parte dei nostri operatori dell’ufficio vertenze CISL”.


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