LECCO – “Il 22 ottobre prossimo si voterà per il referendum lombardo che chiede più autonomia. La settimana scorsa Maroni ha finalmente presentato il conto, assai salato, del voto elettronico.
Come già detto questi numeri sono previsioni ufficiali. Come si nota è una cifra spropositata per un referendum che non avrà effetti pratici perché bisognerà aprire una trattativa con il governo per discutere del problema! Qualcuno (i Cinque Stelle) pensava di farsi prestare le macchinette dall’India o dal Brasile!
Invece ci costa più di 50 milioni! milioni con il solo vantaggio di avere i risultati dello spoglio un paio d’ore prima. E bisogna altresì ricordare che il voto su tablet è stato introdotto solo per i referendum consultivi regionali. Quanti ne sono stati fatti dal 1970 ad oggi? Nessuno. Quindi altro che investimento, come dice Maroni, sono soldi che si potevano benissimo risparmiare!
Quanto, poi, all’utilità del referendum, il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini è andato a Roma a trattare il trasferimento di materie spendendo solo i soldi del biglietto del treno e non è escluso che ottenga risposte ben prima di Maroni, che ha voluto fare il referendum.
Ma, un giorno, il governatore lombardo ci dovrà spiegare perché fu proprio il governo di cui faceva parte, a fermare la trattativa che, nel 2007, la Regione Lombardia aveva aperto e ben avviato con il governo Prodi. Per tutte queste ragioni, io non andrò a votare il 22 ottobre ed invito, altresì, coloro che pensano che il referendum sia uno spreco inutile a disertare le urne.
Si pensi, invece, ai ceti più deboli (disoccupati, anziani) che faticano ad arrivare alla fine del mese”.
Ambrogio Sala