Lecco – Bergamo, Calolzio Bene Comune: “Tracciato da rivedere”

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Il gruppo di minoranza, guidato da Sonia Mazzoleni, parla di “scelta scellerata per la città di Calolzio”

“Oggi si è scelta la soluzione più ‘economica’ – 230 milioni di euro per circa 2,6 km – che costringerà famiglie calolziesi ad abbandonare la propria abitazione”

CALOLZIO – “Non faremo da spettatore di fronte all’ennesima scelta scellerata per la nostra città e chiederemo che lo stesso venga rivisto nel vero interesse di Calolzio e del territorio della Valle San Martino”.

Il gruppo consiliare Calolzio Bene Comune interviene in maniera decisa sul progetto della Lecco – Bergamo dopo la notizia, diffusa alcuni giorni fa, relativa alla scelta, da parte del commissario ad hoc individuato, del tracciato da seguire.

“Il sindaco Ghezzi oggi difende, in modo accademico, la scelta del tracciato della Lecco-Bergamo, rimarcando che, coloro che subiranno espropri, danni o che dovranno abbandonare le loro abitazioni saranno abbondantemente risarciti, dimenticandosi però, di tutelare gli interessi di un’intera Comunità, che si troverà a convivere con una “soluzione” che, di fatto, penalizzerà per anni la nostra città” puntualizzano, con una nota, i consiglieri guidati da Sonia Mazzoleni.

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Sonia Mazzoleni

Dure le accuse rivolte al primo cittadino: “Non si è fatto portavoce dei cittadini e quando Anas ha preso in carico la riprogettazione – dove la politica poteva e doveva farsi sentire, rivalutando l’ipotesi o l’alternativa dell’uscita della SS. 639 – c’è stato il silenzio o la compiacenza dell’Amministrazione, nella consapevolezza delle conseguenze che comporterà la proposta scelta, lasciando del tutto irrisolte le criticità viabilistiche”.

Per Calolzio Bene Comune si sarebbe dovuto e potuto fare di più: “Da quanto emerso dalla relazione di Anas sulla consistenza del terreno, era doveroso “pretendere” che si approfondisse la possibilità di realizzare un tracciato alternativo che superasse l’abitato di Calolziocorte nella parte a monte della città, collegandosi direttamente alla rotatoria del ponte Cesare Cantù. Questa soluzione, già proposta tanti anni fa, poteva limitare i disagi per la popolazione ed essere risolutiva, eliminando la necessità di ulteriori “lotti” e soddisfacendo le aspettative dell’intero territorio. Ma il Sindaco e la sua maggioranza, hanno visto bene, durante la campagna elettorale, pur di vincere, di chiedere “l’intercessione” del Ministro alle Infrastrutture Salvini, ma lo stesso impegno non è stato profuso per chiedere un’opera attesa da anni ed essenziale. L’Amministrazione si è piegata alla politica in una condizione di sudditanza che le ha impedito di dire la verità su questo progetto e per sua stessa ammissione, durante l’assemblea svoltasi a Sala, il sindaco Ghezzi ha dichiarato che: “politicamente non poteva dire di no!” e più volte che “tra cinque anni lui non ci sarà più” …… Ma i calolziesi sì!”.

Da qui la conclusione: “Oggi si è scelta la soluzione più “economica” – 230 milioni di euro per circa 2,6 km – che probabilmente porterà beneficio a chi ha degli immobili fatiscenti o vincolati da anni, ma costringerà famiglie calolziesi ad abbandonare la propria abitazione per sempre o per un lungo periodo (si parla di demolire 9 edifici e 22 a rischio crepe) che con palificazioni dal piano di campagna ossia dall’alto, “inchioderà” per almeno cinque anni la nostra città”.

Una situazione a cui Calolzio Bene Comune intende opporsi mettendo in campo “tutte le iniziative possibili per sensibilizzare i cittadini su quanto in progetto, chiedendo che lo stesso venga rivisto nel vero interesse della città e del territorio della Valle San Martino”.