Cofferati a Lecco: “Capire il malessere e riformare l’Europa”

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LECCO – A poche settimane dalle elezioni europee, i Giovani Democratici hanno organizzato l’evento “#Knockthevote”, un incontro pubblico al quale hanno partecipato l’ex segretario CGIL ed eurodeputato Sergio Cofferati e il presidente di EuLab Brando Benifei, anch’egli candidato alle prossime elezioni europee. I due ospiti hanno presentato la loro idea di Europa, affrontando diverse tematiche e proponendo alcune soluzioni per riavvicinare i cittadini all’idea stessa di Unione Europea.

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“Stiamo attraversando un momento particolarissimo – ha spiegato all’inizio Sergio Cofferati – perché mai prima d’ora è successo che tra un’elezione e un’altra i cittadini italiani ed europei hanno visto peggiorare le proprie condizioni economico-sociali in modo così grave. C’è quindi un malessere diffuso che va capito, nel quale si creano i facili populismi e gli slogan di destra da non sottovalutare”.

“Tuttavia – ha osservato Cofferati – i motivi per cui siamo arrivati a questo punto hanno nomi e cognomi, quindi è importante attribuire a ciascuno le proprie colpe: ad esempio, la moneta unica è sicuramente migliorabile, ma è innegabile che nel passaggio dalla lira all’euro ci siano state storture, come il mancato controllo sul cambio ad opera del governo Berlusconi, che ha levato i centri di controllo perché tanto il mercato si regolava da solo: ora il prezzo di queste azioni le stanno pagando le fasce di popolazione più povere”.

“Un altro errore è stato l’inseguimento del rigore a tutti i costi, senza pensare che gli Stati Uniti si erano rialzati dopo la crisi del ’29 con il New Deal e tanti investimenti. Come forze progressiste ci siamo battuti in Europa per lo sviluppo e la crescita economica, ma non ce l’abbiamo fatta perché sono mancati i numeri in parlamento e in commissione: ora è necessario un cambiamento vero, che dia più poteri alle istituzioni europee e che smetta di far pagare ai paesi più poveri una politica economica e sociale sbagliata, voluta dai conservatori”.

Cofferati_01“Questa campagna elettorale – ha sottolineato Brando Benifei – è particolarmente difficile, perché noi usiamo argomenti concreti come il lavoro o l’euro, ma dall’altra parte si rifugiano in slogan populistici. Il nostro progetto è quello di realizzare delle cose importanti per i cittadini, che in questi anni, a ragione, hanno visto l’Europa come un’entità lontana e complicata, alle cui istituzioni sono mancati poteri forti e incisivi”.

“Ad esempio – ha proseguito –  i parametri di Maastricht sono ormai obsoleti e vanno revisionati, magari scorporando le spese correnti da quelle per gli investimenti e la formazione dei giovani nell’ottica del calcolo del deficit: questa è una battaglia fondamentale, insieme a quella di “Generazione Giovani”, un provvedimento nato affinché nessun giovane sia inattivo per più di quattro mesi. Il tema dell’inattività giovanile è gravissimo e questo strumento, inteso come politica attiva di lavoro, vuole ovviare a un problema che in Italia riguarda tre milioni di persone”.

Cofferati_04Ma come fare ad avvicinare i cittadini e cambiare l’immagine di questa Europa sempre più lontana? Secondo l’ex segretario CGIL Sergio Cofferati, “come italiani è fondamentale recuperare il rispetto presso le istituzioni europee, che dopo aver visto i comportamenti di una certa classe dirigente poco seria ci guarda con poca fiducia. In questo senso, il semestre di presidenza europea può essere una buona occasione per dimostrare che sappiamo essere rigorosi e affidabili come lo sono in Europa, dove vige un rigore selettivo che mi piace: per cominciare, però, dovremmo cambiare il modo con cui gestiamo i fondi europei messi a disposizione dall’UE, presentando progetti credibili e usando in maniera corretta le risorse a cui abbiamo accesso”.

“Per cambiare l’immagine di un’Europa lontana – ha concluso Brando Benifei – dobbiamo riformare quei meccanismi che ancora non funzionano a dovere, intervenendo su un parlamento che non può ancora legiferare e chiedendo maggiori poteri per la Commissione europea, in modo che diventi il vero governo dell’Europa, con forti poteri ad esempio su temi come l’immigrazione o la difesa: l’Europa deve avere gli strumenti politici per aiutare gli stati membri, senza più essere un grande compromesso tra 28 paesi. E’ necessario quindi riformare ciò che non funziona e far capire a tutti i cittadini quello che di positivo l’Europa ha già fatto, come il mantenimento della pace negli ultimi settant’anni, ovvero una delle parentesi pacifiche più lunghe mai verificatesi sul continente europeo”.