LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
È di questi giorni la pubblicazione del rapporto dei sindacati sull’andamento del personale nel settore pubblico, che evidenzia un calo complessivo dei dipendenti in molte province lombarde.
Le cause di questa tendenza sembrano riconducibili a due ordini di fattori: da un lato, motivazioni di carattere generale, legate al contesto attuale e alle dinamiche del territorio lombardo; dall’altro, ragioni specifiche che riguardano in modo particolare il Comune di Lecco.
Sicuramente la tecnologia e l’informatica, con la progressiva digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, dalle infrastrutture ai servizi, passando per competenze e processi, hanno ridotto la necessità di personale impiegato in mansioni “tradizionali”. Allo stesso tempo, però, l’introduzione di nuove attività richiede profili professionali diversi e specializzazioni adeguate, per accompagnare un cambiamento innovativo in linea con i tempi.
A ciò si aggiunge il crescente divario retributivo tra le realtà centrali e quelle territoriali, che “negli ultimi vent’anni si è allargato” e che oggi richiede un riequilibrio, in particolare a favore di quella parte della PA “più operativa e più vicina ai cittadini”: ovvero quella degli enti locali.
“A Lecco, è evidente agli occhi di tutti come la digitalizzazione, in questo mandato amministrativo, abbia rappresentato un vero e proprio fallimento, in particolare nei servizi rivolti ai cittadini – sottolineano da Fratelli d’Italia – Emblematico è il caso del servizio anagrafe o del settore edilizia, dove il portale dedicato alle pratiche locali è andato regolarmente in crash, causando disagi, lunghe attese e una conseguente, inevitabile inefficienza nell’erogazione dei servizi”.
Oltre a questi aspetti, il Comune di Lecco richiede un’analisi più approfondita: non a caso, in diverse occasioni si è parlato di un vero e proprio “caso Lecco”, riferendosi alle scelte politico-organizzative, mai realmente messe in discussione, adottate nel tempo, soprattutto in ambito socio-assistenziale.
A riconoscerlo è lo stesso assessore al Bilancio del Comune di Lecco, che sottolinea come, rispetto al passato, “le differenze più significative emerse negli ultimi vent’anni riguardino una modifica organizzativa nei Servizi Sociali, con l’introduzione della coprogettazione. Tale riorganizzazione ha portato alcune decine di persone a lavorare fianco a fianco con il personale comunale, pur essendo direttamente dipendenti dell’Impresa Sociale Girasole”.
In questo contesto, è utile ricordare cosa si intende per coprogettazione: “Una procedura che richiede che pubblico e terzo settore, in ragione di una comunanza di intenti, lavorino insieme per definire servizi e interventi, condividendo risorse e rispettando le rispettive specificità e punti di forza” (Frediani, 2021).
Ciò che è avvenuto nel Comune di Lecco, di fatto, corrisponde a una sostituzione oggettiva del personale impiegato nei servizi sociali ed educativi, passato dal contratto CCNL Enti Locali al CCNL delle cooperative sociali.
“Per rendere l’idea di quanto accaduto, si potrebbe ricorrere a un’analogia paradossale ma efficace: sarebbe come se l’intero Corpo della Polizia Municipale venisse appaltato a una cooperativa di vigilanza privata. Inaudito – continua da Fratelli d’Italia – Oltre a incidere sul numero complessivo dei dipendenti comunali, questa scelta limita la governance diretta dell’Amministrazione, che, pur essendo socia dell’impresa sociale che gestisce i servizi, detiene solo una quota di minoranza”.
“A questa criticità se ne aggiunge un’altra, altrettanto rilevante: gli stipendi e i contributi previdenziali netti sono significativamente inferiori rispetto a quelli previsti dal contratto degli enti locali, con il risultato di un elevato turn over di personale, anche in ambiti particolarmente sensibili come la tutela dei minori” spiegano da Fratelli d’Italia.
Il centrodestra ha le idee chiare, sia a livello nazionale che comunale, e attraverso una sinergia di intenti può invertire la tendenza degli ultimi vent’anni, puntando, da un lato, a rendere nuovamente attrattiva la carriera nella Pubblica Amministrazione.
Il ministro della Pubblica Amministrazione ha annunciato l’intenzione di istituire un fondo nella prossima legge di Bilancio, con l’obiettivo di ridurre il divario salariale tra i dipendenti dei ministeri centrali e quelli degli enti locali.
Nel caso di Lecco, questo rappresenterebbe anche un’opportunità per il Comune di riappropriarsi del controllo, o quantomeno della piena capacità di valutazione, sui servizi e sulle prestazioni di cui è direttamente responsabile, con l’obiettivo di garantire un sistema di welfare di qualità, fondato su professionalità integrate stabilmente nell’organizzazione dell’Ente.
In questo modo, i dipendenti potrebbero vedere riconosciuto economicamente il proprio valore, a parità di competenze e ruoli, pur valorizzando il contributo della co-progettazione, che resta un elemento importante ma non sostitutivo della funzione pubblica.
Alessandro Negri
Fratelli d’Italia

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL



































