On. Brambilla: “La speranza per il futuro sono le nostre imprese”

Tempo di lettura: 3 minuti

LECCO – “Come imprenditrice prima ancora che come esponente politico, anche a nome della mia categoria, dico basta agli sconcertanti balletti di Bersani e Grillo, al suono dell’orchestra del Titanic”. Non è solo un grido di allarme quello lanciato oggi dall’on. Michela Vittoria Brambilla, ma piuttosto una denuncia ed un invito alle forze politiche responsabili ad accogliere l’offerta del presidente Berlusconi per dare un governo al Paese.

Durante l’eccezionale “open day” che si è svolto oggi nella sua azienda, le Trafilerie Brambilla Spa, storica impresa italiana leader nella lavorazione dell’ acciaio inossidabile, l’ex ministro ha dato voce all’insofferenza del mondo imprenditoriale, attaccando duramente i leader di Pd e M5S, che in questo momento “ballano” sulla pelle del paese.

“Oggi – spiega l’ex ministro – abbiamo voluto “aprire” la nostra azienda, iniziativa assolutamente inusuale, per richiamare l’attenzione di una certa politica, che parla di impresa dimostrando di non conoscerla affatto, sui uno dei temi davvero centrali per il paese: l’industria italiana, il fiore all’occhiello della nostra economia, l’unica forza che può davvero innescare la ripresa. Da qualche giorno, noi imprenditori non dobbiamo affrontare solo la crisi economica, la più dura del dopoguerra, aggravata in Italia da politiche di austerity e di terrore fiscale che hanno ridotto i consumi ai minimi termini e hanno scaraventato l’Italia –adesso sì – sull’orlo del baratro, ma dobbiamo fare i conti anche con una paralisi politica e un’irresponsabilità senza precedenti”.
Al novero degli irresponsabili – sottolinea Michela Vittoria Brambilla – appartiene certamente il Pd che abbiamo visto in questi giorni. O almeno il suo leader Bersani, che come se provenisse da un altro mondo si ostina a non prendere atto della sconfitta e ancora vagheggia un governo di minoranza tutto piddino, pronto a mendicare in aula – di volta in volta – i voti appena sufficienti per respirare. Salvo poi agitare, nei momenti di più nera disperazione, la minaccia di rimandare tutti a casa. Ma non è lui il padrone di questa nostra Repubblica. Doveva spaccare il mondo, ha solo preso lo 0,36 per cento in più. Quanto a Grillo, nell’arte dello scaricabarile si è già dimostrato un maestro inarrivabile, preoccupato soprattutto di difendere la sua presunta “diversità”, anche se questo significa sfasciare tutto. Eccolo qui il teatro dell’assurdo, ecco lo spettacolo sconcertante cui oggi deve assistere chi lavora, fatica e produce, chi presidia la trincea del lavoro”.

La Trafilerie Brambilla spa, fondata dal bisnonno dell’ex ministro, continua ad assumere e crescere. “Il fatturato – ricorda la deputata del Pdl – è aumentato del 32 per cento dal 2008 e la nostra azienda ha continuato ad incrementare la forza lavoro. Ma l’ingiustificata stretta creditizia e le assurde angherie fiscali hanno ammazzato solo l’anno scorso 140 mila imprese. Dobbiamo dire grazie, per tutto ciò, ad una pressione fiscale che con Monti ha superato il 44 per cento ed al permanere delle restrizioni al credito. Nel 2012, i prestiti alle imprese sono calati dell’1,3 per cento nell’area euro e del 2,2 per cento in Italia, mentre da più di quattro anni la Bce sta mettendo a disposizione delle banche liquidità in misura praticamente illimitata. A fronte di questa stretta creditizia letale per la nostra economia, Equitalia fallisce nel suo compito di concretizzare l’equità fiscale: invece di riscuotere fa morire le aziende. Ma se annaspano le imprese, le uniche che possono davvero creare lavoro, gli effetti sull’occupazione sono immediati. Anche perché – ormai è evidente a tutti – la riforma del mercato del lavoro del ministro Fornero – con le sue nuove rigidità in entrata e l’incremento del costo del lavoro temporaneo – é stata un completo fallimento, attestato dall’aumento della disoccupazione dell’1,8 per cento in un anno e dal tasso record di disoccupazione giovanile”.

“Così non va,” avverte l’on. Brambilla. “La speranza per il futuro sono le nostre imprese, dobbiamo fare il massimo per sostenerle. Ma per fare qualunque cosa, prima di tutto occorre un governo. E non un governo qualsiasi. Un governo affidabile, sostenuto da forze responsabili, che tiri il Paese fuori da questa secca, prima ancora che Moody’s, o un’altra agenzia di turno, venga a tagliare il nostro rating, prima che gli speculatori di tutto il mondo ci prendano sistematicamente di mira”.

Advertisement