Uil Lombardia: “Rischio collasso per la sanità pubblica, il personale fugge”

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Rischio collasso dopo vent’anni di carenze e tagli strutturali

Salvatore Monteduro: “Urge un piano straordinario di assunzioni, rinnovi contrattuali adeguati e politiche di welfare per evitare il collasso”

LECCO – La UIL Lombardia presenta il rapporto “Evoluzione del Personale del SSR e delle Province Lombarde – 2001–2023”, un’analisi fondata sui dati ufficiali del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato, che evidenzia una crisi strutturale diffusa e trasversale che coinvolge il personale sanitario pubblico in Lombardia.

Il rapporto, intitolato “Sanità pubblica: tutelare chi cura, per tutelare tutti”, evidenzia dati allarmanti: in soli 12 anni le cessazioni volontarie e le dimissioni non legate al pensionamento sono aumentate del 416%, passando da 751 nel 2011 a 3.880 nel 2023, con picchi superiori al 700% in alcune province.

“Una vera e propria desertificazione dei servizi sanitari che, in molte realtà, soprattutto nelle aree periferiche e montane, porta alla chiusura di interi reparti per carenza di personale, aggravando le difficoltà nel reclutare e trattenere operatori sanitari – proseguono da Uil Lombardia – Colpisce anche la composizione di genere: oltre il 70% del personale è costituito da donne, ma il part-time, nonostante la normativa consenta fino al 25% di contratti a orario ridotto, resta un’opzione ancora poco diffusa”.

“Tutti questi fattori determinano, da un lato, un saldo occupazionale fortemente negativo negli ultimi vent’anni: rispetto al 2001, la Lombardia ha perso personale strutturato in quasi tutte le province, ad eccezione di Milano e pochi altri territori – continuano da Uil Lombardia – Dall’altro lato, le retribuzioni crescono a un ritmo troppo lento rispetto all’inflazione: tra il 2011 e il 2023, l’aumento medio annuo è stato appena dell’1,2%, a fronte di un costo della vita cresciuto ben oltre. L’erosione del potere d’acquisto alimenta insoddisfazione e spinge sempre più operatori a lasciare il servizio sanitario pubblico, cercando sbocchi in altri settori o in altre regioni”.

“Il rischio di un collasso organizzativo è concreto e riguarda l’intero sistema sanitario pubblico lombardo, senza distinzioni tra province o territori – sottolinea Salvatore Monteduro, Segretario Confederale UIL Lombardia – La fuga di personale, l’aumento delle dimissioni volontarie, l’erosione del potere d’acquisto e le difficoltà nel conciliare vita e lavoro rappresentano criticità trasversali che compromettono la qualità e l’universalità delle cure per tutti i cittadini lombardi”.

Monteduro conclude: “È necessario e urgente mettere in campo piani straordinari di assunzione e fidelizzazione, soprattutto nelle province più in difficoltà. Occorre rilanciare la contrattazione di secondo livello, aprire una nuova stagione di rinnovi contrattuali che recuperi il potere d’acquisto eroso dall’inflazione e investire in politiche di welfare organizzativo e conciliazione vita-lavoro, a partire da un’effettiva estensione del part-time. Non c’è più tempo per misure tampone, il futuro della sanità pubblica e del diritto alla salute in Lombardia si gioca ora. Tutelare chi cura, per tutelare tutti”.