Ieri, domenica, la presentazione del progetto a cui hanno lavorato 28 ragazzi insieme alla Cooperativa Liberi Sogni
Un recupero, quello dell’antica mulattiera di Aizurro, che si lega anche alla riscoperta del vissuto e delle tradizioni del Monte di Brianza
AIRUNO – Hanno lavorato, con impegno e fatica, per ampliare e recuperare l’antica mulattiera che dal lavatoio di Aizurro conduce alla cascina Rapello in un campo di volontariato internazionale che si è rilevato una vera occasione per immergersi nella natura stringendo nuove amicizie.
Ben 28 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, provenienti da diverse parti del mondo (Francia, Spagna, Repubblica Ceca, Turchia, Polonia oltre a diverse province d’Italia), hanno preso parte al campo estivo “Together in the forest” organizzato dalla cooperativa Liberi Sogni che si è focalizzato nell’intervento di riqualificazione dell’antica mulattiera che portava al centro di Aizurro sul monte di Brianza.
Arrivati il 10 luglio, i ragazzi, coadiuvati dagli educatori della cooperativa, hanno dormito nelle tende allestite appena sotto cascina Rapello occupandosi, di giorno, della cura dell’orto e della sistemazione dell’antico sentiero, utilizzato per raggiungere la filanda di Beverate. Un’esperienza intensa e affascinante come riconosciuto dagli stessi giovani ieri pomeriggio, domenica, nel momento di restituzione del progetto organizzato alla presenza anche del sindaco Alessandro Milani e dell’assessore Claudio Rossi.
Promossa nell’ambito dell’intervento “Da Sartirana al cuore del Monte di Brianza” finanziato dal “Fondo per lo Sviluppo del territorio provinciale lecchese. Interventi in campo storico-artistico e naturalistico” di Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus e Lario Reti Holding, l’iniziativa si è voluta porre anche come un momento di incontro e confronto tra generazioni come spiegato da Matteo Rossi della cooperativa Liberi Sogni.
Non a caso, hanno portato la loro testimonianza anche Renzo di Aizurro e Gaetano di Valgreghentino spiegando come fino a poco dopo il termine della seconda guerra mondiale tutte le frazioni che compongono il Monte di Brianza, dalla stessa Aizurro passando per Campiano, Veglio, Biglio, Dozio e Consonno fossero realtà vissute e abitate.
“In poco tempo però si è assistito a un veloce spopolamento dovuto al fatto che le persone hanno iniziato a lavorare nelle industrie lasciando la vita nei campi”. Un abbandono dei luoghi che ha coinciso anche con la crescente trascuratezza di sentieri e percorsi, prima tracciati, pressochè ogni giorno, dalle persone con i loro spostamenti.
Ora il recupero che, insieme a quello di Cascina Rapello a cui sta lavorando proprio la cooperativa Liberi Sogni, va nella direzione di una valorizzazione delle saperi, della storia e del vissuto del Monte di Brianza.