Nuovo Ponte di Paderno, quattro Comuni uniti in una proposta alternativa

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Nuovo ponte Paderno

La proposta è stata presentata venerdì sera durante un’assemblea pubblica

Gremita la palestra di Paderno per l’incontro di dibattito sul nuovo ponte San Michele

PADERNO D’ADDA – Spostare a sud il nuovo ponte viario, intervenendo sul San Michele, così come prospettato nel 2016, per permettere il passaggio dei treni a 70 km all’ora. Si riassume così la proposta avanzata dai Comuni di Paderno d’Adda, Verderio, Robbiate e Imbersago, le cui amministrazioni comunali hanno deciso di intervenire nel dibattito pubblico per la costruzione del sostituto del ponte di Paderno con una soluzione unitaria e condivisa, frutto di un continuo lavoro di confronto e analisi.

Venerdì sera Gianpaolo Torchio, Danilo Villa, Marco Magni e Fabio Vergani, i quattro sindaci dei Comuni più coinvolti della realizzazione del nuovo viadotto di collegamento tra la sponda lecchese e quella bergamasca dell’Adda hanno incontrato la cittadinanza in un’assemblea pubblica. Tantissime le persone presenti alla palestra comunale, testimoniando ancora una volta, così come in occasione dell’assemblea promossa dal Comitato Cittadini Ponti, come la questione sia un argomento non solo sentito, ma anche tale da smuovere preoccupazioni e timori.

“Abbiamo riassunto lo status quo con le tre ipotesi anticipate da Rfi, mettendo in luce come lo scenario 1, quello di un nuovo ponte in affiancamento a sud a 37 m tra gli interassi delle due strutture e con un impalcato di almeno 10 m di altezza (3 m in più dell’attuale, ndr) comporti un impatto devastante sulla vista del ponte e dal ponte” puntualizza il primo cittadino Gianpaolo Torchio. Oltre al danno ambientale, Paderno e i comuni della cintura intorno dovrebbero fare i conti con un importante incremento di traffico sulla viabilità locale, stimato con un più 60% di transiti in ora di punta, passando da 5.700 a 13.950 veicoli, di cui 15% mezzi pesanti, ovvero più di 2.000 al giorno.

“L’attestazione del nuovo Ponte a Paderno avviene sulla strada comunale via Festini, vicino alla sp 54, zona indicata dal Ptcp provinciale come “Viabilità a prevalente servizio di insediamenti residenziali”. A valle l’attraversamento dei centri abitati e centri storici di Verderio, Robbiate, Ronco Briantino, Bernareggio. Alternative proponibili su Paderno a livello infrastrutturale appaiono quasi impossibili con un ponte a 30 metri dall’attuale”.

A non fare dormire sonni tranquilli ai sindaci del territorio è anche la questione della linea ferroviaria con l’ipotesi del trasferimento sull’attuale linea Carnate-Bergamo della programmata “gronda nord est” Seregno-Bergamo, deputata al trasporto merci. “L’attraversamento dell’abitato di Paderno d’Adda di una linea merci ad alta capacità, con convogli lunghi fino a 750 metri anche in orario notturno, è incompatibile con il contesto residenziale e quindi insostenibile” chiosa Torchio.

ponte paderno
Lo scenario 1 previsto da Rfi

Quanto agli altri due scenari previsti da Rfi, ovvero quella del ponte viario a Imbersago oppure di quello ferroviario a Porto d’Adda, vengono di fatto giudicate insostenibili e irrealizzabili.

Quello che sta emergendo con sempre più forza è che “sulla sostituzione del ponte San Michele stanno convergendo prospettive di connessione stradale e ferroviaria di primaria importanza che, fino pochi anni fa, trovavano soluzioni diverse nel quadro della programmazione regionale, ovvero la tratta D della Pedemontana e la Gronda Ferroviaria Nord-Est per il trasporto merci connesso alla direttrice del Gottardo che decongestioni il nodo di Milano”.

Il sindaco di Paderno d’Adda Gianpaolo Torchio

Da qui la netta presa di posizione dei sindaci del territorio, convinti della necessità di salvaguardare il trasporto territoriale locale e pendolare, senza però andare a deturpare ambiente e paesaggio.

“Per questo chiediamo di tornare a riprendere le linee essenziali della programmazione regionale e dell’intervento originale al ponte San Michele. In sostanza chiediamo il mantenimento della gronda nord est sul tracciato in progetto preliminare approvato dal Cipe nel 2005 e l’individuazione di una connessione viaria tra isola bergamasca e Brianza dell’est nell’ambito del corridoio della Pedemontana o limitrofi, senza impattare direttamente su centri abitati e aree residenziali (proposte CAL-Regione Lombardia del 12/05/2025 presso l’UTR di Bergamo)”.

Non solo. La proposta riguarda anche il San Michele con la richiesta di recupero del “progetto originale di riqualificazione del ponte di Paderno, riverificando lo stesso con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio nel quadro delle alternative presenti e, in specifico, dell’ipotesi di un ponte in stretto affiancamento all’attuale”.

Per quanto riguarda l’attraversamento viario, i quattro Comuni sostengono l’ipotesi presentata dall’architetto Fabio Maria Roberto Andreotti che prevede uno spostamento a sud a 1.650 metri di distanza dall’attuale senza interferenza con la vista del ponte dal fiume e dalle sue sponde e fuori dal cono visivo della valle dell’Adda visibile dal San Michele.

“La soluzione proposta ha il significativo vantaggio di spostare il traffico di attraversamento dai centri abitati, inserendolo su strade a maggior scorrimento, non al servizio di abitazioni e servizi. Il nuovo ponte si collegherebbe la tangenziale di Calusco d’Adda con il territorio di Paderno d’Adda per poi connettersi con la sp 55 con due braccia in direzione est verso Cornate d’Adda e ovest verso Robbiate, sostitutive della variante di Verderio, già programmata in Ptcp”.

Numerosi gli interventi da parte del pubblico volti a sottolineare l’impatto paesaggistico e viabilistico qualora il nuovo ponte venisse realizzato in affiancamento a quello attuale.