Matteo Grattarola e Fulvio Adamoli ospiti della prima conviviale 2019 del Panathlon Club Lecco
A Grattarola consegnato il premio Panathlon 2018, il presidente Benedetti ha presentato le linee guida del nuovo anno
LECCO – Serata doppia per il Panathlon Club Lecco quella di martedì 22 gennaio. I soci del sodalizio hanno risposto numerosi alla convocazione dell’assemblea annuale nel corso della quale il presidente Riccardo Benedetti ha relazionato sull’anno appena trascorso.
Il 2018 del Panathlon
“Il 2018 è stato un anno speciale – ha detto – in cui il consiglio ha cercato di onorare al meglio la ricorrenza del cinquantesimo di fondazione”. Sono state ripercorse brevemente tutte le conviviali e le iniziative che hanno costellato dodici mesi intensissimi conclusisi con la consegna dei premi Panathlon e la chiusura del cinquantesimo in occasione della cena natalizia. Dopo aver ascoltato le linee guida che dovranno caratterizzare il 2019,
l’assemblea si è chiusa con le votazioni riguardanti il bilancio consuntivo e quello preventivo, esposti dal tesoriere Luigino Baggioli e certificati dal revisore dei conti Elena Vaccheri.
Due campioni del trial
Esaurita la parte formale si dato il via alla serata panathletica con protagonisti due campioni del trial: il mitico Fulvio “Teto” Adamoli (campione italiano e primo azzurro a conquistare punti del mondiale della disciplina quarant’anni or sono) e il più vincente tra i piloti italiani della specialità (9 titoli outdoor consecutivi, imbattuto da 34 gare), il poliziotto di Margno Matteo Grattarola che il suo di mondiale lo ha vinto nel 2018 aggiungendolo ai titoli italiani indoor e outdoor nonché all’Europeo.
Una stagione trionfale per Grattarola che il Panathlon Lecco ha voluto suggellare con la consegna ufficiale del Premio Panathlon 2018 che a dicembre non era potuta avvenire in quanto il pilota della Honda Montesa era stato chiamato a presenziare ad una manifestazione della Polizia di Stato. Stimolato anche dalle domande di Oscar Malugani, Matteo ha ripercorso tutta la sua carriera di motociclista sin da quando il grande Gianvittorio Malugani (ottimo trialista ma soprattutto eccellente sciatore) gli regalò la prima moto (aveva cinque anni), passando per l’esperienza del motocross alla proposta di trasferirsi in Spagna per il campionato velocità iberico (facendo meglio, dopo pochi giri, di un altro giovane pilota che rispondeva al nome di Dani Pedrosa). Fu quella proposta a fargli compiere la scelta della vita: non se la sentiva di passare due anni lontano da casa e quindi, aiutato anche dalla sua famiglia, decise di dedicarsi al trial.
I racconti di Fulvio Adamoli
Oggi Matteo Grattarola è un campione nel pieno della sua maturità, agonistica e personale, consapevole della propria forza e pienamente soddisfatto di quella scelta che forse gli avrebbe permesso di guadagnare di più ma che racchiudeva in sé troppe incognite per un ragazzino che comunque aveva deciso che il motociclismo dovesse
essere la sua ragione di vita. Accanto a lui spiccava, e non solo per l’altezza, un vero e proprio mito del trial italiano, il premanese Fulvio Adamoli, universalmente conosciuto come il “Teto”. Con la consueta simpatia e amabilità ha risposto alle domande del presentatore e dei soci, raccontando un mondo molto lontano da quello odierno e non solo per le differenze molto evidenti dei mezzi meccanici (a proposito: Grattarola si è presentato con la sua Honda Montesa 4RT, ampiamente surclassata in fascino dalla Montesa 247 del “Teto”, un gioiello che conserva e accudisce con cura maniacale nella sua officina di Premana).
Spettacolare il racconto di quando prese parte a un raid in Africa e si ritrovò in mezzo al deserto senza sapere dove fosse e con i fari della moto fuori uso. “Ho alzato la testa e visto solo stelle, poi, dopo un po’, una si muoveva e ho capito che era un concorrente così l’ho inseguito sino a raggiungerlo e capire che si era perso pure lui. Siamo arrivati al traguardo di tappa alle sei del mattino e siamo ripartiti subito: non me lo dimenticherò mai”.
La prossima conviviale
Il “Teto”, campione italiano nel 1977, fu uno dei precursori del trial e si deve a lui e ad altri appassionati se la Valsassina divenne una fucina di campioni nonché sede di una delle aziende più importanti del settore fuoristradistico nazionale ed europeo.
Prossimo appuntamento del Panathlon il 12 febbraio: dopo molto tempo si tornerà a parlare di calcio grazie al volume “Tutto il Lecco partita per partita” di Gianni Menicatti (peraltro panathleta), Michele Invernizzi e Carlo Fontanelli.