LECCO – Era stato sottoscritto lo scorso 31 luglio dai sindacati e dalla Direzione degli Istituti riuniti Airoldi e Muzzi il contratto di solidarietà, votato attraverso referendum da 131 dei 235 (su 330) dipendenti chiamati ad esprimere il loro parere: una soluzione difficile ma necessaria, che ha permesso ai 25 dipendenti a rischio licenziamento di mantenere il loro posto di lavoro presso gli istituti, in cambio di una redistribuzione delle ore lavorate, ridotte del 10% per tutti i lavoratori dell’Airoldi e Muzzi, così come lo stipendio.
Il contratto, che ha validità fino al 31 luglio 2015, avrebbe dovuto entrare in vigore lo scorso 1 settembre, ma a seguito di una maggiore “affluenza” negli ultimi mesi, con un numero di posti letto occupati di nuovo assestato su 340 (350 i posti letto totali più altri 15 per il Centro Diurno Integrato) si è deciso di rimandarne l’applicazione al 20 di ottobre, senza però alcuna certezza effettiva: “se il trend dovesse rimanere questo – ha dichiarato il Presidente Giuseppe Canali durante la commissione indetta dall’amministrazione comunale nella serata di mercoledì – il contratto di solidarietà non partirà nemmeno per novembre.”
La soluzione era stata proposta per far fronte alla sempre maggiore crisi degli Istituti riuniti Airoldi e Muzzi. Tra i problemi maggiormente accusati quello relativo alla sostenibilità economica: un calo degli introiti (circa 60.000 euro annuali) dovuto sostanzialmente ai circa 30 posti letti che ogni anno rimangono scoperti, le spese di ristrutturazione delle residenze Medale e Resegone, una Regione che impone determinati parametri finanziari ma non può contribuire più di tanto con i fondi, le rette costose (si aggirano tra i 60 e gli 80€ al giorno le tariffe per il servizio erogato), che sempre più inducono le famiglie a tenere la persona bisognosa in casa e un aumento dell’assistenza domiciliare: tutto ciò aveva contribuito a creare una situazione problematica, contro cui l’amministrazione degli Istituti riuniti da poco in carica (maggio 2014) ha cercato di reagire con alcune soluzioni, previo confronto serrato con le associazioni sindacali, per arrivare quindi al contratto di solidarietà.
L’istituto Airoldi e Muzzi è ad oggi l’unica struttura in Provincia di Lecco riconosciuta ed autorizzata ad accogliere pazienti non più autosufficienti e conta quattro residenze per un totale di 350 posti letto a cui vanno a sommarsi 15 posti del Centro Diurno Integrato. 331 i dipendenti a contratto più una vasta equipe di medici.
Da sempre attento alla situazione della struttura il Comune di Lecco, col quale la direzione degli istituti conta di lavorare per trovare delle soluzioni il più possibile orientate alla salvaguardia dell’attività e dei suoi dipendenti.
ARTICOLI PRECEDENTI:
4 agosto Dal 1° settembre contratto di solidarietà per i lavoratori dell’Airoldi e Muzzi
10 luglio – I dipendenti dell’Airoldi e Muzzi hanno detto sì al contratto di solidarietà
5 luglio – Contratto di solidarietà all’Airoldi e Muzzi? Decideranno i lavoratori