Svelato il mistero della Torre Cecilia in Grigna

Tempo di lettura: 4 minuti
Torre Cecilia via Direttissima dei Ragni (Piazza_Tizzoni_Colombo 1959)

 

Risolto il mistero della via Direttissima dei Ragni al Cecilia (Grigna Meridionale). Perchè effetivamente di mistero si trattava, o meglio, lo è diventato da quando quella via dopo quattro o cinque ripetizioni non è più stata salita. I tentativi sono stati molteplici, ma tutti coloro che hanno cercato di ripeterla, anche in tempi recenti, sono stati “respinti” dopo circa 10 metri: impossibile proseguire. A tracciarla, il 4 agosto del 1959, fu Dino Piazza insieme ad Arnaldo Tizzoni e Mario Colombo.

Dino Piazza sulla Torre Cecilia (Immagine tratta da libro Dilettante per professione)

“Durante l’estate colpito dalla gialla e strapiombante parete sud della Torre Cecilia in Grignetta, ben visibile dal sentiero che sale al rifugio Rosalba, decisi di scalarla. Si trattava di un problema evidente, da risolvere certamente con una faticosa e delicatissima arrampicata artificiale, e per un’avventura del genere, che si annunciava molto impegnativa, “arruolai” gli amici Arnaldo Tizzoni e Mario Colombo”, si legge a pagina 80 del libro “Dilettante per professione” pubblicato nel 2003 e scritto dallo stesso Dino Piazza insieme a Carlo Caccia.

“Non riesce a ripeterla più nessuno” si sentiva dire dal Dino di tanto in tanto ai Resinelli. Una provocazione o una sfida la sua, tant’è che tempo fa decise addirittura di mettere in palio una damigiana di vino da consegnare al prossimo che l’avrebbe ripetuta.

La settimana scorsa la telefonata: “Dino prepara la damigiana che arrivo a ritirarla…”.La voce era quella di Marco “Butch” Anghileri che martedì 26 luglio l’ha ripetuta scoprendo l’arcano mistero che ammantava da anni quella via.
Tutto ha inizio venerdì 22 luglio quando Marco decide di attaccare la via dei Ragni al Cecilia. Ai Resinelli incontra Benigno Balatti e un amico e li invita ad andare con lui.

In primo piano Benigno Balatti

“Tutti e tre ci aspettavamo la classica via diretta aperta intorno alla fine degli Anni ’50… una fila di chiodi, molti a pressione e un pò di artificiale qua e là – racconta Anghileri – Invece dopo i primi 10 metri percorsi a un tratto mi ritrovo un chiodo con moschettone di calata e da lì in avanti nulla. Solo roccia un po’ marcia, ma nemmeno l’ombra di un chiodo. Sopra la mia testa, a una ventina di metri intuivo la presenza di un chiodo, ma da dov’ero a lassù c’era un bel punto di domanda! Così, armato di chiodi, martello, staffe e della santa pazienza dei miei due soci in basso, mi sono messo con lavoro certosino a cercare di trovare qualche piccolo buco per chiodare…..un lavoro lungo, molto lungo, a tal punto che dal basso mi son sentito dire: “Butch, cosa dici? La sera si avvicina e noi dovremmo rientrare a casa”. Questo mentre io stavo pensando a come aveva fatto il buon Dino a salire nel ’59. Poi a un certo punto, improvvisamente svelo il mistero: mi ritrovo davanti agli occhi il classico foro che si utilizzava per i chiodi a pressione e controllando meglio mi sono accorto di averne sotto ai piedi degli altri che non avevo visto perchè intento nella progressione. Ecco svelato il mistero: la via è stata schiodata!”.

Marco Anghileri

L’ora era ormai tarda così Anghileri e compagni battono in ritirata. Ma martedì 26 luglio Marco ritorna ai piedi della Torre Cecilia, questa volta da solo e con la soluzione del mistero. Quindi attacca la via e chiodando dove necessario compie l’impresa. Un brindisi veloce al rifugio Rosalba, poi il rientro a casa e la telefonata: “Dino prepara la damigiana che arrivo a ritirarla…”.
Ma adesso c’è un altro mistero da risolvere chi e perchè ha schiodato la via? Arrivederci alla prossima puntata.