RUBRICA – Costruire non è sempre rubare spazio alla natura ma può essere anche l’occasione per incrementare il verde urbano. Dai tempi più antichi si sono visti esempi di convivenza tra la flora e il costruito e certamente anche ora è possibile trovare nuovi modi per vivere la città. Il verde inteso come presenza arborea e fioriture è, grazie alle nuove tecnologie, parte del costruito.
Come si può operare? In nuovi interventi o in casi di ristrutturazione è possibile progettare pensando di realizzare porzioni green. A fianco dei più ovvi giardini e parchi di pertinenza degli edifici vi sono svariate possibilità che la tradizione, combinata con la tecnologia più innovativa ci offre. Dai giardini pensili alle coperture verdi più o meno spioventi, con differenti formulazioni, è possibile inverdire il costruito riducendo l’impatto ambientale e migliorando la “vivibilità” degli spazi. I giardini pensili, ad esempio, sono un’ottima soluzione quando la presenza di piani interrati per garage e cantine non permetterebbe di avere terreno libero intorno all’edificio, oppure quando un terrazzo o tetto diviene l’unico sfogo per un appartamento in città.
Il verde pensile costituisce una vera e propria sinergia tra natura e tecnologia. I suoi effetti sull’ambiente sono positivi e le funzioni da esso svolte sono assimilabili a quelle di un suolo naturale filtrando ed assorbendo parte delle acque piovane, creando quindi una sorta d’accumulo idrico che impedisce alle precipitazioni di fluire direttamente nelle condutture di scarico senza essere impiegate e “rallentate”. Le coperture in edilizia sono elementi delicati e sensibili e come tali devono essere progettate e curate per assolvere alla loro primaria funzione di protezione dagli agenti atmosferici. Per questo i sistemi verdi non devono intaccare in alcun modo la struttura di base e devono essere opportunamente progettati e realizzati: tutte le tipologie di coperture verdi devono assolvere le funzioni dello strato di vegetazione, di filtrazione e dello strato drenante ma prima di tutto devono proteggere il manto impermeabile da danneggiamenti meccanici e dalle radici. Per garantire la funzionalità durevole di questi strati è necessario utilizzare prodotti certificati di alta qualità e l’osservanza di procedimenti prescritti secondo la norma UNI 11235.
Tutti i tetti verdi, di qualunque tipologia possibile, dispongono pressoché della stessa struttura base:
- Strato di vegetazione con inverdimento secondo la destinazione d’uso
- Substrato
- Strato filtrante: strato che separa il substrato dallo strato drenante; impedisce alle particelle fini del substrato di scendere nello strato drenante
- Strato drenante per lo smaltimento dell’acqua in eccesso e l’accumulo idrico
- Strato di protezione meccanica del manto impermeabile
- Manto impermeabile antiradice
Si definiscono diversi tipologie:
- L’inverdimento estensivo dove lo spessore del terreno è piuttosto ridotto (da 8 a 12 cm) e la vegetazione meno sviluppata
- L‘inverdimento intensivo dove il substrato viene applicato con uno spessore di almeno 20 cm, permettendo in questo modo l’utilizzo di piante più impegnative in quanto ad esigenza di irrigazione e sostanze nutritive
- L’inverdimento ibrido che combina alcune caratteristiche dell’inverdimento estensivo con quelle dell’intensivo. La particolare struttura degli strati, insieme alla specifica scelta delle essenze, permette, infatti, un inverdimento naturale che richiede una manutenzione ridotta, ma robusto, simile ad un prato, che ne garantisce la possibilità di utilizzo intensivo.
Il verde estensivo è utilizzato soprattutto sulle coperture non fruibili, come possono essere tetti piani di grande estensione, capannoni, tetti inclinati, nonché autorimesse. In questi casi lo spessore di substrato ridotto ne riduce il peso e la necessità di approvvigionamento idrico (non serve l’irrigazione artificiale), e richiede anche poca manutenzione. La scelta delle tipologie di vegetazione deve essere specificatamente studiata per garantire capacità adattive e rigeneratrici.
fonte: Verde Profilo
Il verde intensivo, invece, è impiegato principalmente per creare dei giardini pensili o per coprire dei parcheggi interrati allo scopo di valorizzare l’immobile attraverso la creazione di una superficie supplementare in copertura. Grazie alla varietà, in sostanza illimitata, nella scelta della vegetazione e alla fruibilità della superficie dei giardini pensili gli stessi possono essere paragonabili ai giardini tradizionali ma richiedono una manutenzione periodica attenta.
Design CRS Paola Lenti e Verde Profilo photo S.Chimenti
Con il sistema misto, poi, in base alla frequenza con cui si compiono potature e concimazioni è possibile ottenere una flora ricca di specie e fioriture di svariati colori e una superficie tipo prato che potrà essere sfruttata intensivamente. A differenza di spiazzi erbosi, il miscuglio di sementi speciale richiede una quantità contenuta di acqua e uno spessore di substrato ridotto. La combinazione con sistemi innovativi di accumulo idrico e di irrigazione sotterraneo ottimizza il bilancio idrico e mantiene asciutto il manto vegetale. L’acqua rifornisce direttamente l’ambiente vitale e l’apparato radicale, e viene distribuita velocemente e uniformemente attraverso la stuoia capillare permettendo nel contempo un risparmio idrico importante. La richiesta di manutenzione varia a secondo la destinazione d’uso ma una soluzione adatta per tutti i tipi di tetti, dai capannoni ai carport.
Il verde non è solo per superfici orizzontali o inclinate ma se ne può prevedere l’uso anche in verticale: di ultima generazione infatti le soluzioni di facciate o pareti interne verdi. L’esperienza maturata negli anni ed i nuovi sistemi tecnologici ‘irrigazione ed impianto delle essenze hanno permesso di rivisitare, in chiave tecnologica, il manto di piante rampicanti che tipicamente ricopre i vecchi edifici.
Si tratta di installare, su apposite strutture metalliche, delle pannellature che ospitano sia le essenze verdi sia l’impianto di fert-irrigazione programmato a cascata secondo le necessità del giardino. La scelta delle essenze vegetali durante la fase progettuale viene eseguita da specifici progettisti in funzione del contesto ambientale, con particolare attenzione all’esposizione solare, all’illuminazione naturale nonché all’aerazione del luogo. (es. centro ricerche Drust a Lienz)
Vi sono sistemi studiati, ad esempio con l’impiego di certe tipologie di graminacee, che possono essere addirittura privi del terreno di coltura ma radicati su tappetini inorganici leggerissimi ed in grado di trattenere l’acqua necessaria ad evitare sbalzi termici. Questo permette di avere una sorta di cappotto isolante sull’edificio sia termico che acustico, facilmente adattabile alle geometrie variabili dell’edilizia. Il sistema resiste alla siccità e garantisce una crescita elevata che mantiene vivo e folto il fogliame.
Con lo stesso criterio si possono realizzare impianti all’interno di locali pubblici o ambienti privati con essenze pure o combinate di grande effetto scenico. In queste tipologie, gli impianti possono essere anche dotati di un sistema d’allarme telegestito che segnala il malfunzionamento del sistema d’irrigazione.
Sempre per interni, sono i muri-scultura composti da licheni naturali stabilizzati su pannelli in lamiera d’acciaio, per realizzare giardini verticali indoor senza limiti alla creatività e problemi di manutenzione. Queste essenze non crescono e dunque non necessitano di luce e acqua ma solo di essere posate in ambienti interni protetti (non a sole o fonti di calore dirette) e con umidità relativa del 40%-50%. bisogno di essere tagliate. Questo offre molte possibilità d’installazione, da pareti interne divisorie autoportanti, a rivestimenti parziali a elementi scultura per riprodurre loghi o brand o anche per ricoprire elementi d’arredo come mobili o lampade. Questi sistemi sono antistatici e antibatterici, costituendo un ambiente ostile alla riproduzione di insetti e si conserva intatto nel corso degli anni.
Ma la tecnologia permette anche di rendere verde elementi meno “nobili”. Verde può essere una strada a bassa percorrenza: con l’impiego di appositi pannelli e strati di supporto una strada carrabile in una proprietà privata può essere scambiata per un prato.
Altro esempio sono le barriere acustiche verdi dove si utilizzano essenze per isolare, riempire e colorare porzioni di murature e terrapieni altrimenti impattanti e poco piacevoli.
Il verde può dividere gli spazi all’aperto: strutture a cornice bifacciale ed autoportanti sono in commercio per ospitare piante in vaschette appositamente studiate con sistemi d’irrigazione interni per coltivare ed inverdire quando lo spazio sarebbe inadeguato.
La piantumazione è “tenda” perché è un ottimo sistema d’ombreggiamento che, opportunamente selezionato e posizionato, può garantire frescura in estate lasciando comunque filtrare la luce in inverno.
In tutte le declinazioni possibili… verde è bello!
Ing. Elena Formenti
Architettura + Tecnica
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