Casatenovo, il sindaco medico Galbiati fa il punto sul Covid: “Attenzione ai contagi tra le mura di casa”

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Il sindaco Filippo Galbiati (Foto Andrea Pirovano)

Sono stati tantissimi i temi affrontati dal sindaco medico Galbiati durante la diretta Fb promossa dall’associazione Donne & Mamme

“Utile un saturimetro in casa se positivi. Le restrizioni? Sono arrivate forse un po’ tardi. Norme e regole vanno interpretate con buon senso”

CASATENOVO – Dalla riapertura delle scuole alle restrizioni connesse alla zona rossa, passando alla possibilità di creare un punto tamponi anche in paese e alla distinzione tra influenza e coronavirus. E’ stato ricco di spunti il confronto promosso ieri sera, domenica, in diretta Facebook dall’associazione Donne & Mamme presieduta da Lorena Crippa che ha chiesto al sindaco Filippo Galbiati, medico di emergenza urgenza all’ospedale Niguarda di Milano, di fare il punto sulla seconda ondata Covid.

“Siamo ancora all’inizio”

“Siamo ancora all’inizio di questa seconda ondata” ha chiarito subito il primo cittadino, ringraziando il sodalizio per l’opportunità concessa in uno spazio, quella della diretta social, solitamente lontano dalle sue corde. Incalzato dalle domande dei giornalisti Gloria Crippa e Matteo Scerri, Galbiati ha iniziato a tratteggiare il quadro della situazione, precisando  come il coronavirus sia una malattia ancora poco conosciuta su cui è necessario muoversi con estrema prudenza. “A Casatenovo abbiamo registrato nell’ultima settimana 74 casi. Il nostro paese riflette la situazione del territorio perché Casatenovo non è un’isola a sé stante, ma fa parte di un territorio in cui si è sviluppata una curva epidemiologica che a ottobre ha subito una crescita esponenziale. Ora sembrerebbe che questa curva, che risente anche della vicinanza con la provincia di Monza e Brianza, abbia rallentato un po’ la corsa, ma dobbiamo restare cauti e prudenti”.

Lorena Crippa, Filippo Galbiati, Gloria Crippa e Matteo Scerri (Foto Andrea Pirovano)

La ripartenza delle scuole

Sui motivi che hanno portato alla ripresa dei contagi, impossibile non fare riferimento alla riapertura, a settembre, delle “attività che onestamente non potevamo non aprire, prima tra tutte le scuole, riaperte con tutti gli elementi di sicurezza sotto il profilo igienico e sanitario. Ma la comunità della scuola e degli asili è da sempre per tutti i virus un luogo in cui la diffusione è favorita”. Gioco forza, è successo che i bambini, spesso fortunatamente asintomatici o con sintomi equiparabili a un raffreddore, si sono trasformati in vettori di contagio per i famigliari. “Lo vediamo dai report che arrivano a noi sindaci, dove interi nuclei familiari sono in quarantena. E lo vediamo anche dal fatto che l’età media dei contagiati si è abbassata”. Per questo, Galbiati, da sempre convinto dell’importanza di tutelare la fascia di popolazione più fragile, è tornato a puntare il dito sull’importanza di prevenire il contagio proprio all’interno delle mura domestiche. “Il virus arriva nelle case dove ci possono essere anche pazienti anziani e fragili. E noi sappiamo per certo che il rischio di mortalità e la gravità del virus con complicanze polmonari sono legati a co-patologie croniche e all’età avanzata”.

Norme di prevenzione anche in casa

Da qui l’appello a prestare attenzione alla trasmissione intergenerazionale tra una fascia di popolazione che ha, per certi versi, diritto a continuare a lavorare e studiare in presenza e l’altra fascia che, se esposta all’infezione, corre gravi rischi. “Anche in casa dobbiamo lavarci le mani, tenere la mascherina, mantenere la distanza per evitare che si trasmetta l’infezione nella fascia più anziana”.

Covid e influenza

Dopo aver caldeggiato la popolazione a effettuare il vaccino antinfluenzale, Galbiati non si è sottratto neppure a domande più tecniche spiegando la differenza tra il Covid e una comune influenza. “Il Covid è un virus respiratorio che entra dalla nostre mucose del naso e della bocca. La differenza vera tra coronavirus e influenza è che al Covid piace replicarsi nel tessuto polmonare e riesce a farlo molto di più rispetto a un virus influenzale. L’influenza normale con polmonite interstiziale è sempre esistita, ma avevamo un caso ogni 100mila abitanti. Con il Covid siamo arrivati al 5 -6 % ed una percentuale stratosferica che ci sta mettendo in crisi”. Aumentando il numero di ricoveri e affollando le terapie intensive. “Chi ha sintomi influenzali minori, come febbre alta, tosse secca, mancanza di gusto e olfatto può restare a casa mantenendo un contatto telefonico con il medico di base. Bisogna recarsi al più presto in ospedale in caso si avverta la fatica nel respiro, detta dispnea. Prima si arriva, in questi casi, meglio è”.

L’importanza del saturimetro

Fondamentale per prevenzione e monitoraggio può essere acquistare e tenere in casa un saturimetro, lo strumento capace di segnalare un eventuale decremento della saturazione dell’ossigeno. “In ospedale per decidere se un paziente può tornare a casa effettuiamo anche il walking test, capendo se la saturazione resta stabile anche dopo una camminata a passo forte di 6 minuti”.

Ipotesi tamponi rapidi anche a Casatenovo

Uno strumento come il saturimetro può rivelarsi idoneo a scremare i casi gravi da quelli curabili anche a domicilio mentre il tampone resta lo strumento principe per certificare l’infezione in corso e quindi tracciare il contagio. “Ci siamo mossi con Ats e i medici di base per allestire un punto tamponi rapidi in modalità al volante al parcheggio del centro sportivo di via Volta. L’idea sarebbe quella di coinvolgere anche la Protezione civile, ma al momento non abbiamo novità da Ats. Torneremo a sollecitare l’azienda di tutela della salute al fine di mettere in campo questo progetto di test antigenici a risposta rapida”.

L’importanza del buon senso

Quanto alle norme e alle limitazioni contenute nell’ultimo Dpcm, Galbiati ha sottolineato come “già da ottobre il mondo ospedaliero avesse percepito la necessità di porre delle restrizioni. Il Governo è arrivato forse un po’ tardi: avrebbe dovuto intervenire una decina di giorni prima per evitare di raggiungere dei numeri così importanti”. Una considerazione a cui  è seguito l’invito a interpretare le norme usando il buon senso. “Sono regole generali che bisogna calare nel locale usando intelligenza e in questo il coordinamento tra sindaci e Provincia sta ben funzionando”.

I giovani

Stuzzicando dalle domande del pubblico in diretta, il sindaco si è anche sbilanciato su alcune indicazioni contenute nel Decreto. “Parlo a livello personale e basandomi sulla mia esperienza professionale anche perchè, come rappresentante delle istituzioni, rispetto le norme. Sono convinto però che sarebbe stato opportuno consentire l’attività sportiva dei ragazzi con le adeguate misure di prevenzione e tutela. E questo per una ragione molto semplice. Ovvero perché è molto peggio che i ragazzi trovino occasione nelle maglie del Dpcm di trovarsi in contesti meno organizzati piuttosto che dare loro occasione di fare allenamenti mantenendo le distanze”. Il rischio, neanche molto remoto, è che siano proprio le giovani generazioni a pagare lo scotto più alto di un’emergenza sanitaria che ha scardinato il nostro modo di intendere e costruire le relazioni interpersonali. Tanto che, dal pubblico, qualche genitore ha chiesto all’amministrazione comunale di valutare la possibilità di istituire uno sportello psicologico nelle scuole per stare vicino ai ragazzi.

L’isolamento dentro e fuori gli ospedali

Una riflessione, quella all’isolamento a cui il Covid sta portando sia dentro che fuori gli ospedali, che è diventata molto umana e toccante quando Galbiati ha parlato della sua esperienza ospedaliera. “Dal punto di vista sociale la situazione del Covid è un dramma dentro e fuori gli ospedali. Anch’io non mi ero mai accorto in maniera così seria di un aspetto, ovvero che la solitudine di un paziente è un elemento dannoso per il percorso di cura. Da qualche mese viviamo situazioni umanamente molto pesanti come quando ci troviamo da soli a intubare un paziente senza avere vicino, come succedeva prima, i familiari.  Ora facciamo queste video chiamate che  spaventano un po’ anche noi stessi medici”. Una situazione molto seria che fa capire ancora più nel profondo la complessità di  una crisi sanitaria che sta già avendo e avrà anche dei risvolti economici e sociali molto pesanti.