PRICK TEST per una diagnosi di allergia in pediatria
RUBRICA – La richiesta di diagnosi di allergia in età pediatrica è sempre più frequente: un bimbo su venti presenta dolore addominale, diarrea e orticaria per una possibile allergia alimentare, un lattante su cinque presenta segni più o meno intensi di dermatite con prurito, spesso nell’età prescolare un bimbo presenterà un “respiro fischiante”, il naso sempre chiuso, la tosse ricorrente ed accessuale…..!!!
Insomma dottore: ‘’A cosa sia allergico il mio bambino?’’
Prick Test: più veloce, più economico
Il test più veloce, economico e specifico per lo screening delle allergopatie è sicuramente il PRICK TEST: sono prove allergiche cutanee di semplice esecuzione e poco dolorose, pertanto idonee da eseguire ai bambini. Inoltre nella stessa seduta si possono testare molte sostanze contemporaneamente, sia di tipo inalatorio che alimentari.
Questi test possono essere effettuati a qualunque età, anche nei lattanti di pochi mesi di vita, e non necessitano il digiuno prima dell’esame.
L’unica misura da adottare alcuni giorni prima, è la sospensione di farmaci che possono alterare i risultati, come anti istaminici e alcuni sedativi della tosse.
Come funziona
I test generalmente vengono applicati sulla superficie volare dell’avambraccio: in caso di bimbi piccoli o di cute non integra il medico potrà decidere di effettuarli in altra sede.
Con un pennarello l’operatore segnerà sulla cute il punto dove deporrà la goccia dell’estratto allergenico: l’applicazione di tutti gli allergeni richiede generalmente 3-5 min.
L’estratto è una soluzione della sostanza allergenica messa a disposizione dall’industria farmaceutica. In caso di allergeni alimentari può essere anche effettuato il Prick by Prick utilizzando direttamente l’alimento fresco, generalmente frutta o verdura, dove verrà immersa direttamente la lancetta prima di pungere la cute.
Quindi con una lancetta l’operatore pungerà, in corrispondenza della goccia, la cute superficialmente senza provocare dolore o sanguinamento.
Si attendono per la lettura circa 15-20 min, e in tale periodo le prove cutanee positive potranno dare fastidi, prurito per la comparsa sulla pelle di un rigonfiamento con un alone rossastro “tipo puntura di insetto’’.
Il medico interpreterà i risultati paragonando i test con la reazione determinata da gocce di controllo come l’istamina che provocherà un ponfo.
Il genitore può stare accanto al proprio figlio
Durante tutta l’esecuzione dei test, il genitore potrà stare accanto al proprio figlio, aiutandolo a stare calmo, il più fermo possibile, evitando che si tocchi nell’area dei test.
Gli effetti collaterali dell’esame sono il prurito e l’arrossamento cutaneo, che si rende evidente subito durante l’esame, quando non potrà grattarsi. Di solito si risolve in 30 minuti, max 1-2 ore. Potrà lavarsi al termine del test con acqua fresca e applicare una crema cortisonica per alleviare la sintomatologia.
Generalmente il bambino potrà riprendere le sue normali attività immediatamente dopo il test, salvo diverse indicazioni del medico.
L’interpretazione dei test
Più importante sarà l’interpretazione dei test allergici perché questo richiede un bagaglio culturale specifico e una esperienza nel campo per poter dare una corretta risposta alla sintomatologia riferita dal paziente. L’esito dei test non può essere dissociato dall’anamnesi dei sintomi (caratteristiche della insorgenza della sintomatologia, di eventuali fattori scatenanti, della sua stagionalità della famigliarità) e dall’esame clinico del paziente (per poter evidenziare eventuali malattie concomitanti).
I test allergici non vanno interpretati come valori assoluti ma inseriti in un contesto globale ed essere compatibili con i dati emersi dalla anamnesi e dall’obiettività clinica: solo in questo caso si evitano prescrizioni farmacologiche e dietetiche non pertinenti, visto che spesso le indagini allergologiche vengono richieste in modo non giustificato!
Generalmente un test fortemente positivo per un allergene è associato ad una reazione con l’esposizione allo stesso, soprattutto per gli allergeni inalatori (pollini, polvere, pelo di animali). Mentre per quanto riguarda l’allergia alimentare l’interpretazione può essere più insidiosa in quanto la presenza di test positivi non necessariamente si accompagna a manifestazioni cliniche di malattia allergica, e un test negativo può escludere una allergia alimentare acuta di tipo IgE mediata: in via generale, un paziente può essere tollerante e quindi può assumere l’alimento pur avendo test positivi, un test negativo esclude virtualmente una possibilità di avere una reazione acuta grave ( non esclude una allergia non IgE mediata , causa di reazioni lente e ritardate).
Dott.ssa Donata Panzeri, Pediatra e Allergologa pediatrica
Riceve presso
In Salus – Centro Medico Polispecialistico
Lecco – Corso Carlo Alberto 17/A
Tel. 0341 367512