In-Books, presentate a Lecco le nuove frontiere di lettura

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LECCO – E’ stato un incontro ricco di spunti quello che si è svolto venerdì nella Sala delle Capirate di Palazzo Falk, presso la sede della Confcommercio di Lecco. La conferenza, organizzata nell’ambito degli eventi legati ai festeggiamenti per il trentennale della Biblioteca Civica in via Bovara, ha avuto come oggetto del confronto i cosiddetti IN-Books, ovvero dei “libri illustrati per bambini con il testo completamente tradotto in simboli”.

Coordinato da Edi D’Agnese, l’incontro è stato l’occasione per ascoltare l’esperienza vissuta dalla Biblioteca di Brugherio in merito a questi nuovi strumenti di lettura, pensati e realizzati in prima battuta per venire incontro alle esigenze delle persone, soprattutto bambini, con difficoltà e disabilità legate alla comunicazione. A relazionare e condividere con i colleghi lecchesi ogni aspetto di questa esperienza, sono state Enrica Meregalli, direttrice della Biblioteca cittadina, e Silvia D’Ambrosio, responsabile della sezione “Leggere Diversamente” della stessa Biblioteca.

Basato sull’idea di contaminazione e di osmosi tra biblioteca e cittadinanza, il progetto “Leggere Diversamente”, da cui derivano gli IN-books, è nato nel 2008 grazie ad un forte legame tra la Biblioteca e le tante associazioni socio-assistenziali del territorio.

In questo modo e grazie anche a una lunga serie di fattori concomitanti, i responsabili della biblioteca brianzola, insieme a un team medico-scientifico del Policlinico di Milano, hanno avviato un percorso totalmente nuovo e fin’ora poco sperimentato: per favorire l’apprendimento e il grado di comunicatività dei più piccoli, hanno deciso di modificare il libro tradizionale a livello di immagini, testo, struttura fisica e impaginazione.
Così facendo, i testi di alcuni libri illustrati per bambini sono stati tradotti in simboli, secondo un codice simbolico molto preciso. Sostenuto dalle parole lette a voce alta e dalle immagini, al bambino con disabilità viene proposto un modello di comunicazione aumentativa, ovvero quello che le relatrici hanno definito come un “linguaggio visivo di accompagnamento che porta al piacere della lettura e permette ai bambini che non parlano di creare un modo alternativo per esprimersi”.

I nuovi libri in simboli sono stati ribattezzati IN-Books e, come hanno spiegato Meregalli e D’Ambrosio, la sigla contiene in sé diverse chiavi di lettura dal medesimo significato: “in simboli, in-tegrazione, in-sieme, in-fanzia, in-put…” e via dicendo. Questo nuovo strumento ha portato subito a risultati eccellenti, tra cui quello, sorprendente, dell’interesse scatenato anche nei bambini normodotati. Attualmente gli IN-Books sono considerati pertanto dei validi supporti per favorire “l’integrazione nel gruppo di chi presenta problemi di comunicazione, per varie disabilità, ritardo nel linguaggio o semplicemente perché straniero”.

Nonostante le naturali critiche che accusavano gli IN-Books e i loro sostenitori di avere un’utenza solo di nicchia, la scommessa dei bibliotecari di Brigherio è stata vinta: attualmente la loro biblioteca ospita una “raccolta di libri su misura per bambini e ragazzi con difficoltà di comunicazione: libri per lettori dislessici, libri in simboli (IN-Books), libri tattili e in braille, in cui i contenuti sono stati adattati a una modalità di lettura diversa da quella convenzionale”.

A quanto emerso dalla conferenza, quella degli IN-books è sicuramente una sfida che in prospettiva futura potrebbe avere una diffusione e una rilevanza molto più estesa di quella che attualmente ricopre: tutto dipenderà dalla volontà di editori e biblioteche a mettersi in gioco in questa nuova frontiera della lettura per persone affette da problemi di comunicazione.