Acqua pubblica: i sindaci spiegano la scelta di Idroservice

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LECCO – “La decisione è stata difficile ma estremamente consapevole”. I sindaci di Airuno,  Casatenovo, Cremella, Imbersago, Montevecchia, Missaglia, Olgiate Molgora, Osnago, Sirtori e Viganò difendono la scelta sul nuovo gestore del servizio idrico, Idroservice, designato nella riunione ATO dello scorso martedì.

Una decisione che ha trovato l’assoluta maggioranza delle amministrazioni comunali presenti all’incontro, non condivisa però da altri 14 sindaci e fortemente criticata dal Comitato Acqua Pubblica e Beni Comuni, che ha sottolineato il “retrofront” di  molti amministratori nei confronti di scelte compiute nei rispettivi consigli comunali e contraria al referendum sull’acqua pubblica del 2011.

Il voto per l’opzione Idroservice  non significava certo aver scelto di affidare ad essa il servizio toutcourt. Infatti quello che si doveva decidere era su quale soggetto fare “perno” per realizzare le operazioni societarie atte a realizzare il modello scelto.  Non essendo possibile per impedimenti normativi creare una nuova azienda (newco) in cui far confluire le due, giocoforza andava fatta una scelta sull’azienda a cui affidare il compito di aggregare le forze”.

La nota dei sindaci prosegue: “A nostro avviso scegliere Idrolario come “perno” della riorganizzazione societaria era una opzione troppo rischiosa per essere percorsa coscienziosamente. Una società con meno di 20 dipendenti, che non gestisce operativamente il servizio e che versa in una situazione di grave tensione finanziaria (non certo per causa sua ma perché era stata creata per fare altro, a causa di una normativa nel frattempo cambiata) come avrebbe potuto e con quali garanzie per la continuità del servizio gestire da subito e contemporaneamente:

1) la presa in carico della struttura di Idroservice (più di 100 dipendenti) e la sua integrazione,

2) il confronto con gli istituti di credito per presentare la nuova situazione e acquisire i finanziamenti a medio-lungo termine per chiudere le passività a breve e coprire gli investimenti del piano d’ambito,

3) l’ingresso nel capitale dei Comuni della Provincia non soci e la redistribuzione delle quote per raggiungere l’assetto proporzionale agli abitanti,

4) la riorganizzazione societaria delle altre società del territorio incidenti sul SII? In breve tempo sarebbe implosa sotto il peso della complessità e il servizio – quello concretamente percepito dai cittadini – sarebbe stato a rischio.

Idroservice invece non avrà difficoltà ad integrare il ramo d’azienda di Idrolario e a gestire la riorganizzazione di cui sopra, senza “sbalzi” per il servizio. Certamente Idroservice dovrà rapidamente uscire dal gruppo LRH per diventare di proprietà diretta di tutti e soli i Comuni della Provincia di Lecco.

Per questo nel corso della discussione abbiamo posto come determinanti alcuni “paletti” che dovranno essere inseriti nella delibera di indirizzo per l’affidamento a Idroservice:

1) entro pochi mesi e comunque prima dell’affidamento in una apposita assemblea di LRH, i soci dovranno deliberare l’indirizzo strategico al Consiglio di Amministrazione di riorganizzazione e successiva retrocessione ai Comuni del settore idrico, cioè Idroservice.

2) la decadenza automatica dell’affidamento se nel capitale di LRH o di Idroservice entrassero soci privati

3) la valutazione della decadenza dell’affidamento per decisione dei comuni se il percorso di uscita di Idroservice da LRH non si perfezionasse entro due anni

4) l’obbligo per Idroservice di non distribuire eventuali utili ma di reinvestirli nel servizio – 5) la votazione delle decisioni in Idroservice (sinchè sarà in LRH) per quote proporzionali agli abitanti anziché per quote societarie

6) il potenziamento del potere di controllo dei comuni soci sull’operato degli amministratori.

Siamo convinti  – concludono i sindaci – che queste precisazioni potranno offrire ai cittadini un quadro completo della vicenda, in quanto le decisioni della Conferenza dei Comuni sono state prese nell’interesse dei cittadini ad avere un servizio idrico che funzioni e che sia a gestione totalmente pubblica, nel pieno rispetto della volontà referendaria.

l secondo dato a nostro avviso sottovalutato è che il dibattito ha portato i Comuni a suo tempo favorevoli all’affidamento a Idroservice (per semplicità: i comuni dell’area lecchese) come società di secondo livello a convenire con l’orientamento espresso dai comuni del meratese-casatese che questo non è possibile: Idroservice sarà trasformata in società di primo livello direttamente controllata dai Comuni. In questo senso l’esito è pienamente conforme alle delibere che alcuni consigli comunali avevano assunto.

Con buona pace di tutti i massimalisti, incapaci di valutare razionalmente una decisione di buon senso solo perché diversa dalle loro opinioni e pronti a gridare allo scandalo, in questi mesi le posizioni si sono avvicinate perché si è utilizzato caparbiamente lo strumento del confronto costruttivo. L’incaponirsi di ognuno sulle proprie posizioni sta portando l’Italia alla paralisi, come si è visto nel periodo post elettorale nelle vicende relative all’elezione del Capo dello Stato e alla formazione del Governo.

Noi invece pensiamo che accordi vadano ricercati nell’interesse del servizio pubblico a favore dei cittadini: abbiamo lavorato e continueremo a lavorare con tutte le fatiche del caso avendo in mente questo obiettivo”.