“Lecco sa accogliere”, il bilancio positivo dei volontari al Bione

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Il gruppo di volontari al campo profughi del Bione con due degli ospiti
Il gruppo di volontari al campo profughi del Bione con due degli ospiti
Il gruppo di volontari al campo profughi del Bione con due degli ospiti

 

LECCO – A distanza di quattro mesi il gruppo di volontariato che insegna italiano ai migranti ospitati al campo del Bione traccia un bilancio pienamente positivo sia delle attività svolte con i richiedenti asilo, sia della risposta del territorio lecchese alla richiesta di accoglienza.

Lo scorso settembre un gruppo di volontari si è avvicinato ai migranti ospitati al campo del Bione con l’intento di dar loro qualche lezione di italiano, da lì il progetto è cresciuto e si è ramificato in altre attività fino a coinvolgere le famiglie del territorio. In particolare, in occasione del Natale, è stata organizzata l’iniziativa “Un pranzo in famiglia” grazie alla quale molte famiglie lecchesi hanno aperto le porte delle proprie case ospitando 160 profughi e regalando loro un felice momento di convivialità e vicinanza.

“Abbiamo raccolto un seme già presente nel territorio lecchese – racconta Marta Casalone, volontaria al campo profughi del Bione – Lecco apparentemente può sembrare una città chiusa tra lago e montagne e restia ad aprirsi al prossimo, invece, durante queste feste ha dimostrato di conoscere e coltivare il valore dell’accoglienza. La casalinga nascosta dietro ai fornelli ha aperto la propria casa per ospitare profughi venuti da lontano, rappresentando una voce semplice del nostro territorio che parla di giustizia e dovere di accoglienza”.

L’idea di chiedere alle famiglie lecchesi di “aggiungere un posto a tavola” è nata sulla scia di un progetto già sperimentato nel territorio milanese, come racconta la volontaria Alice Bianchi: “Abbiamo valutato gli aspetti positivi e quelli negativi dell’esperienza milanese e abbiamo deciso di lanciarci in questa avventura. Inizialmente avevamo il timore di una scarsa risposta da parte del nostro territorio e di non poter offrire a tutti i nostri ragazzi di passare una giornata o una serata in famiglia, ma il risultato è andato oltre le nostre aspettative: abbiamo iniziato a ricevere moltissime mail da parte di lecchesi che chiedevano informazioni e che manifestavano la propria volontà di aderire al progetto. A un certo punto ci siamo rese conto di avere più famiglie ospitanti che ragazzi da ospitare, per questo abbiamo coinvolto anche i migranti del Ferrhotel, alcuni ospiti di Maggiano, tutto il centro di accoglienza di Airuno, tre ragazzi di Ballabio e due di Moggio”.

 

La conferenza stampa a Villa Locatelli per presentare i risultati della attività di volontariato
La conferenza stampa a Villa Locatelli per presentare i risultati della attività di volontariato

 

Il territorio lecchese non è stato presente solo per l’iniziativa natalizia, ma ha dato il suo contributo anche per gli altri progetti ideati dai volontari. L’oratorio di Pescarenico, ad esempio, ha messo a disposizione i propri locali per la scuola di italiano, le associazioni del territorio hanno collaborato attivamente alla realizzazione dei progetti, con il Crams è stato organizzato un corso di percussioni per trovare un canale di comunicazione anche con chi fatica a usare il linguaggio verbale e la scuola di Acquate ha organizzato una raccolta fondi per poter pagare il riscaldamento dei locali in cui i volontari tengono le lezioni di italiano.

“Queste esperienze di volontariato – aggiunge l’insegnate Stefania Rovagnati – ci offrono una nuova prospettiva sulla rivoluzione in corso nel nostro modo di vivere. Abbiamo trovato nuove risorse, costruito nuove relazioni e riscoperto una profonda umanità”.

Balde, ospite al campo profughi del Bione
Balde, ospite al campo profughi del Bione

Credendo nel concetto che “cultura e conoscenza sono un punto di incontro”, le attività di volotariato con i migranti sono pronte a ripartire: a breve suonerà ancora la campanella per le lezioni di italiano, in agenda vi sono visite culturali nel territorio, incontri con il gruppo lecchese astrofili e gruppi di cammino per le vie della città.

Durante la conferenza stampa di presentazione delle attività di volontariato, con grande soddisfazione delle insegnanti presenti, il giovane migrante Balde, in Italia solo da settembre, ha raccontato la sua esperienza a Lecco usando un italiano fluente, dando, così, una dimostrazione pratica di come in quattro mesi il lavoro svolto possa dare buoni frutti: “Grazie alle brave insegnati ora parlo italiano. Nelle vacanze sono andato a mangiare a casa della mia insegnante Eleonora con un mio amico, abbiamo mangiato molte cose, abbiamo ballato e ci siamo divertiti”.

“Questa esperienza cresce di giorno in giorno – commenta l’assessore alla Partecipazione e Comunicazione Francesca Bonacina – è positiva sia per i migranti ospitati a Lecco, che per le famiglie del nostro territorio perché si porta in superficie la grande capacità di accoglienza di cui sono capaci: di fronte a una proposta seria e convincente i lecchesi non dicono di no”.

“Le attività di volontariato come queste – conclude l’assessore alle Politiche Sociali Riccardo Mariani – sono un esempio delle sinergie necessarie per l’accoglienza, se sapremo saldare l’operato delle istituzioni con quello dei volontari e del territorio allora potremo dire di aver fatto un lavoro egregio”.