3000 posti di lavoro persi in tre anni
nel lecchese

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“Dall’inizio della crisi, nel giugno del 2008, in provincia sono stati cancellati circa 3000 posti di lavoro. Sono le parole di Gianni Menicatti, ricercatore del gruppo Class, che continua: “Quest’anno il primo semestre è andato bene, c’è stata una ripresa minima, ma poi i dati raccolti negli ultimi mesi sono negativi”.

Dal report fornito dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro emerge come i livelli occupazionali rimangono deboli e in particolare, nel manifatturiero e nell’edilizia, i flussi di entrata non segnano una decisa ripresa rispetto ai trimestri precedenti. Lo stesso discorso può essere fatto per il lavoro autonomo e la propensione alla creazione di nuove imprese.

“Per crescere dobbiamo puntare sul turismo – è la filosofia dell’assessore provinciale al Lavoro Fabio Dadati – La situazione attuale è complessa. Nel settore manifatturiero abbiamo tavoli aperti con varie società che non sono in salute come Redaelli, Leuci e Bessel Candy, senza contare il grande punto interrogativo della Lucchini”. Il rilancio dell’economia lecchese arriverebbe grazie al settore terziario: “Turismo e commercio – indica il politico di Villa Locatelli – sono il trampolino di lancio per la nostra economia. Bisogna però coltivare entrambe le aree per poter avere un buon profitto entro qualche anno”.

Un buon risultato è però quello riguardante i giovani, infatti gli avviamenti dei ragazzi tra i 20 e i 24 anni nel secondo trimestre del 2011 sono superiori a quelli dello stesso periodo dello scorso anno, passando da 1300 a 1750 unità.

“Un’altra preoccupazione seria – ricorda Alberto Riva, presidente di Network e direttore di Confcommercio – è la cassa integrazione straordinaria, che ha avuto un incremento nel terzo trimestre”.

Daniele Rusconi, dell’ufficio Statistica della Camera di Commercio di Lecco sottolinea come per agevolare l’occupazione giovanile “ci deve essere più coordinamento da parte delle associazioni che si occupano di formazione”.