CALOLZIO – “Non è stata raggiunta la prova del fatto” questa la motivazione dell’archiviazione dell’indagine interna al Comune di Calolziocorte nei confronti della dipendente Sonia Airoldi, per la quale non ci sarà nessuna conseguenza in ambito lavorativo. A dirlo è il legale che ha curato gli interessi della donna, l’avvocato Enrico Anghileri, il quale pur manifestando la propria soddisfazione aggiunge: “Si sarebbero potuti fare sforzi maggiori nell’ambito d’indagine, in quanto è stato sentito uno solo dei nostri testimoni nonostante ci fosse una lunga lista. Alla fine il caso è stato archiviato ma non è stata fatta completamente chiarezza”.
Per riassumere la vicenda bisogna fare un passo indietro, all’ 11 gennaio scorso, durante l’assemblea pubblica che aveva come tema le scuole: da un lato la Giunta Valsecchi promotrice di un piano di riorganizzazione degli edifici scolastici poi naufragato; dall’altro la sala piena di genitori arrabbiati e totalmente contrari alla riforma presentata. Tra loro c’era Sonia Airoldi, mamma, ma anche dipendente degli uffici del comune di Calolzio, rea, secondo la maggioranza e in particolar modo secondo l’assessore Sonia Mazzoleni, di aver rivelato particolari circa le motivazioni che hanno portato alla rimozione degli striscioni di protesta affissi sui cancelli dei plessi. Motivazioni che ancor oggi non sono state rese note dall’assessore Mazzoleni.
“Esiste un’etica professionale – aveva dichiarato, alla notizia dell’archiviazione trapelata pochi giorni fa, l’assessore Mazzoleni – la vicenda è stata strumentalizzata, non si voleva zittire nessuno”.
“La questione dal punto di vista del diritto del lavoro è archiviata, la contestazione decade totalmente, l’obiettivo che ci eravamo prefissati è stato raggiunto, le motivazioni contano poco” spiega oggi l’avvocato Anghileri, evidenziando come la sottile linea tra la ‘non sussistenza del fatto’, che avrebbe sancito una totale vittoria di Sonia Airoldi, ed il ‘mancato raggiungimento della prova del fatto stesso’ sia poco rilevante in ambito di diritto del lavoro.
“Avevamo presentato una lista di testimoni a favore della signora Airoldi lunghissima, ma pare ne sia stato sentito solo uno, in quest’ottica si sarebbe potuto fare uno sforzo maggiore per chiarire il fatto in fase istruttoria ed in merito alle motivazioni poi addotte” puntualizza, però, Enrico Anghileri.
Con l’archiviazione per la dipendente “è come se non fosse successo niente, non rimarrà traccia dell’indagine conoscitiva nel suo fascicolo personale”, sottolinea l’avvocato Anghileri. Nel frattempo la signora Airoldi ha chiesto di avere accesso agli atti: “Ha tutto il diritto di visionare il contenuto dei documenti del procedimento e andare fino in fondo alla questione – spiega l’avvocato – Sarà poi a sua discrezione scegliere di fermarsi qui o ‘riaprire’ il caso”.