Musulmani e cristiani insieme per dire addio al giovane Omar Gabr

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Compagni di scuola, amici del calcio, vicini di casa: una folla per dire addio a Omar Gabr

“Musulmani accanto a tante persone che non sono musulmani: questo è un gesto di umanità”

MONTEVECCHIA – Un semplice grazie, prima in arabo e poi in italiano. Sta tutto in questa semplice parola pronunciata dal papà di Omar il senso di una comunità che si è riunita per dire addio a un ragazzo morto troppo presto.

Tantissimi questa mattina, sabato, hanno gremito ogni vialetto del piccolo cimitero di Montevecchia per salutare Omar Gabr, morto a soli 17 anni.

Il giovane era scomparso da casa lunedì, quando non si era recato a scuola; il suo corpo è stato ritrovato mercoledì mattina, sulle rive dell’Adda, al confine tra Calolzio e Brivio.

I volti rigati dalle lacrime dei tanti amici e compagni di scuola hanno accompagnato Omar nel suo ultimo viaggio, impossibile dimenticare quel sorriso. Tante comunità e differenti culture si sono strette attorno a una famiglia distrutta dal dolore.

“Sotto terra siamo tutti uguali, davanti alla morte siamo tutti uguali – ha detto l’Imam, Usama El Santawy -. Ringrazio di cuore e con fede tutte le persone che sono qui oggi e tutte le persone che hanno reso questa cerimonia possibile”.

“Siamo qui riuniti per ricordare Omar e tutte queste persone testimoniano l’amore e l’affetto per il nostro fratello – ha detto -. Ognuno di noi ha una data di scadenza e avremo tutti lo stesso destino, ma quello che importa è come vivremo la nostra vita. Musulmani accanto a tante persone che non sono musulmani e questo è un gesto di umanità, vicinanza e amore, questo è quello di cui c’è bisogno”.