Ponte di Annone, chiuse le indagini sul crollo, sei indagati

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Chiuse le indagini sul crollo del Ponte di Annone: sei le persone indagate

Ai primi tre nomi se ne sono aggiunti altri tre: indagati due dirigenti della Provincia di Bergamo e un professionista

LECCO – Sei in totale gli indagati per il crollo del Ponte di Annone del 28 ottobre 2016: questo l’esito dell’indagine aperta dalla Procura della Repubblica di Lecco e diretta dal Procuratore Antonio Chiappani e dal sostituto Andrea Figoni (che ha ereditato il fascicolo dal collega Nicola Preteroti, trasferito a Bergamo). Nel disastro sette persone erano rimaste ferite e una, il civatese Claudio Bertini, aveva perso la vita.

Il crollo del ponte di Annone: era il 28 ottobre 2016

I primi tre indagati

I primi tre avvisi di garanzia erano stati recapitati pochi giorni dopo il crollo al lecchese Angelo Valsecchi, classe 1966, dirigente provinciale alla viabilità, il collega Andrea Sesana, classe 1981 di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali per la Provincia di Lecco, e Giovanni Salvatore, classe 1960 di Taranto, capo del centro manutenzioni e responsabile Anas dal 2011 della tratta interessata dal crollo del viadotto sulla SS36. Dopo oltre due anni le indagini sono arrivate a conclusione.

Altri tre nomi

La conferma arriva dalla Procura di Lecco. Nel cerchio degli indagati sono finiti due dirigenti della Provincia di Bergamo, l’ente che aveva rilasciato alla ditta bergamasca di autotrasporti Nicoli (titolare del tir che ha causato il crollo del cavalcavia, ndr) l’autorizzazione alla circolazione del trasporto eccezionale: si tratta di Eugenio Ferraris e Silvia Garbelli. Sesto e ultimo indagato un professionista, Roberto Torresan, incaricato da Anas di progettare i lavori di manutenzione del viadotto di Annone.

La perizia sui resti del ponte

Determinante, per chiudere il cerchio degli indagati, la perizia svolta sui resti del ponte da un team di tecnici guidati dall’Ing. Marco Di Prisco (professore ordinario di Tecnica della Costruzione al Politecnico). Nel corposo documento erano emerse diverse inadempienze da parte di più responsabili: Anas, per la mancata manutenzione del manufatto e per non aver chiuso la SS36 ai primi segnali di cedimento, la Provincia di Lecco, per non aver posizionato sulla Sp49, la strada provinciale che scorreva in corrispondenza del cavalcavia, la segnaletica che delimitasse la portata del ponte (107 tonnellate il peso del tir, ndr). Infine la Provincia di Bergamo, che avrebbe rilasciato l’autorizzazione al trasporto eccezionale a circolare senza effettuare le verifiche necessarie.

Omicidio e disastro colposo

L’ipotesi di reato, per i sei indagati, è quella di omicidio e disastro colposo. Ci sono voluti più di due anni per chiudere le indagini preliminari sul crollo del ponte di Annone, ma la strada per determinare le responsabilità sul disastro è ancora in salita.