Oggi, sabato, iniziano i saldi anche in Lombardia
Confcommercio stima 250 euro di consumi medi a famiglia
LECCO – Partiti con un giorno d’anticipo in Sicilia, da oggi, sabato 2 luglio, è iniziata ufficialmente la stagione dei saldi anche nelle altre regioni.
Prospettive positive in Lombardia dove secondo Federazione Moda Italia-Confcommercio la spesa media delle famiglie lombarde potrebbe attestarsi intorno ai 250 euro, con un volume d’affari totale di 500 milioni di euro. A livello nazionale viene stimato che 15,4 milioni di nuclei familiari acquisteranno in saldo, spendendo una media di 202 euro (88 euro pro-capite).
“I saldi – commenta il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia Carlo Massoletti – sono un test importante per consolidare la ripresa nella nostra regione, già sospinta dai consistenti flussi turistici e dalla ripartenza degli eventi fieristici e culturali. Ripresa robusta, ma che prospetta ancora incognite per l’autunno a causa delle difficoltà di approvvigionamento, dei costi energetici e delle tensioni internazionali ancora elevate. Per questo Confcommercio Lombardia apprezza l’impegno del Governo per sostenere le famiglie, ma restano da affrontare problemi di liquidità delle imprese dovuti ad un incremento generalizzato dei costi di impresa”.
La stagione dei saldi rappresenta un importante driver per l’intera economia. Se è vero che il 2022 è l’anno della ritrovata normalità, non possono essere che positive anche le aspettative per il settore dei pubblici esercizi. I dati dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio dicono infatti che nei mesi di luglio e agosto 2019, ultimo anno pre-pandemico, in Lombardia sono stati spesi complessivamente oltre 3,1 miliardi di euro – a fronte di una media annuale mensile di 1,27 – per consumi fuori casa.
“Oltre che sul fatturato – prosegue Massoletti – i saldi incidono positivamente sulla vita di città, paesi e località turistiche, che si animano ulteriormente di persone desiderose di ritrovare una piena socialità. Anche per questo i negozi di prossimità vanno tutelati, soprattutto nei confronti dello strapotere dei giganti del web: perché oltre a rappresentare sviluppo e benessere per imprenditori e lavoratori, compongono il tessuto connettivo delle comunità”
Acquistare nei negozi “fa bene” ai nostri centri urbani
I saldi estivi, secondo l’associazione dei commercianti, potranno rappresentare una vera opportunità, considerando il generale aumento dei costi e le previsioni di crescita dei listini delle prossime collezioni.
“Il settore tessile, abbigliamento, calzature ed accessori, infatti, ha finora resistito all’incremento dei prezzi a fronte dell’importante crescita dei costi fissi aziendali per affitti, energia, carburanti, prodotti e servizi, dando alla clientela la possibilità di acquistare a prezzi veramente convenienti. L’acquisto nei negozi di prossimità, rappresenta il vero sostegno ai nostri centri urbani in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale – commenta Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio – Anche per questo non è ammissibile una concorrenza sleale dei colossi del web che hanno, peraltro, beneficiato di un’importante rendita di posizione. Chiediamo, quindi, che vengano quanto prima attuati gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della global minimum tax. Già questo, sarebbe un primo passo verso un mercato più democratico”. I saldi in Lombardia si concluderanno il 30 agosto.
Le regole da seguire
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Federazione Moda Italia e Confcommercio ricordano alcuni principi di base sui saldi:
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
6. Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.
Confcommercio e Federazione Moda Italia segnalano, inoltre, le varie iniziative promosse sull’intero territorio nazionale come “Saldi Chiari e Sicuri”, “Saldi Trasparenti”, “Saldi Tranquilli”.