L’inceneritore e la Caleotto daranno calore a Lecco, Valmadrera e Malgrate
Ad agosto i primi cantieri, i lavori nel vivo con l’autunno. Entro il 2023 la prima fornitura
LECCO – Due grosse ‘caldaie’ per fornire un bacino di circa 20 mila abitanti, ovvero i comuni di Valmadrera, Malgrate e una parte del capoluogo: dopo anni di dibattiti, sta per concretizzarsi il progetto del teleriscaldamento. Venerdì mattina, in una conferenza stampa in Silea, è stata raccontata l’opera che vedrà i primi lavori già dall’estate e la sua entrata in funzione a partire dall’ottobre 2023.
L’inceneritore di Valmadrera sarà il cuore del progetto ma non l’unico, alla rete co-parteciperà l’azienda Caleotto di Lecco che emetterà nel sistema il calore prodotto dallo storico laminatoio.
Un intervento da 49 milioni di euro, di cui si farà carico Varese Risorse quale vincitore del bando di gara, questo è il costo per la realizzazione degli impianti necessari in Silea e al Caleotto e per i 16 km di rete di distribuzione che si snoderanno nei tre comuni (5 km Valmadrera, 3 km Malgrate e 8 Km Lecco).
Si stima di recuperare ogni anno 25,7 Gwh/anno di energia derivante dalla combustione dei rifiuti all’inceneritore e 10,3 Gwh/anno dall’impianto del Caleotto.
Sono invece 700 000 i metri cubi di Co2 che si prevede possano ridursi le emissioni, con l’eliminazione delle singole caldaie domestiche dei condomini, nei 33 anni previsti, ovvero la durata del contratto siglato tra Silea e Varese Risorse, al termine della trattativa tra le due società che terminerà nel 2055.
“Il 4 maggio è una data storica per Silea – ha sottolineato il presidente Domenico Salvadore – dopo quasi 15 anni, in cui sono stati fatti studi, progetti, discussioni e anche polemiche, siamo arrivati a chiudere la fase 1, ovvero siamo giunti alla firma del contratto tra Silea e Varese Risorse” .
“Questo è un progetto importante per il nostro gruppo – ha rimarcato Marco Canzi, amministratore di Acsm Agam, di cui Varese Risorse fa parte – da tempo gestiamo già il teleriscaldamento a Monza, Como, Varese e continueremo ad investire su questo perché crediamo sia importante per il territorio, perseguendo obiettivi di decarbonizzazione e quindi di riduzione dell’uso delle fonti fossili”.
Il teleriscaldamento di Lecco recepisce infatti le direttive volute dai Comuni ovvero, prevedere fonti alternative al forno inceneritore dopo il 2032, quando scadrà l’attuale autorizzazione del termovalorizzatore a bruciare rifiuti.
L’alternativa scelta è il bio metano che andrà ad alimentare la rete quando il forno di Silea sarà dismesso. Saranno i contratti siglati a garantire l’origine ‘bio’ del combustibile, come spiegato dal relatore del progetto per Varese Risorse Fabio Fidanza:
“L’obiettivo – ha rimarcato – è stato quello di creare un sistema energetico integrato che coinvolga tutto il territorio per non disperdere il calore prodotto e massimizzare il risparmio termico, coinvolgendo il territorio”.
Oltre al biogas, si prevede in futuro l’utilizzo di altre fonti più notoriamente ‘green’ come i pannelli solari e l’acqua del lago attraverso un sistema di pompaggio della stessa.
Due distinte reti fino al 2026, poi un’unica grande rete
Fidanza ha sottolineato “il contributo fondamentale dell’azienda Caleotto per ottimizzare questo sistema energetico”.
Di fatto sarà proprio il calore prodotto dall’azienda dell’Arlenico (ex Lucchini e oggi Feralpi) a riscaldare l’area del capoluogo interessata, ovvero dal Caleotto alla zona dell’Ospedale verso viale Monte Grappa, mentre le cittadine di Valmadrera e Malgrate dipenderanno direttamente dall’inceneritore. In entrambi i casi saranno previste centrali di backup che intervengono in caso di problemi agli impianti per evitare il blocco della fornitura alle utenze.
Ci saranno due reti di teleriscaldamento distinte fino al 2026, quando sono previsti i lavori sul ponte Kennedy di Lecco che le congiungeranno attraverso tubi posizionati al di sotto dei marciapiedi pedonali.
Il forno inceneritore fornirà il 41% dell’energia necessaria all’impianto e sui livelli di calore che Silea dovrà garantire a Varese Risorse per far funzionare il teleriscaldamento è stato spiegato che il limite previsto sarà il massimo carico termico (163.000 MJ/h) per cui è autorizzato l’inceneritore.
“Oggi il nostro impianto lavora poco al di sotto del massimo carico termico – ha spiegato il direttore di Silea, Pietro D’Alema – con questo tipo di progettazione saremo in grado di erogare le prime forniture di calore entro il 2023, rispettando le prescrizioni contenute nell’ultima autorizzazione della Regione”.
Lavori al via dall’estate
Il cronoprogramma prevede già i primi interventi ad agosto attorno all’inceneritore e al Caleotto per poi entrare nel vivo con l’autunno, in particolare da novembre a Lecco.
“Un impatto inevitabilmente ci sarà ma abbiamo previsto non più di tre cantieri contemporanei per non compromettere troppo la viabilità in Lecco, città complessa da questo punto di vista – ha spiegato Fidanza – prevediamo di avanzare circa 11 metri al giorno e cercheremo di sfruttare l’occasione di lavori stradali già previsti per ridurre i disagi”.
Un metodo su cui i sindaci dei tre comuni contano decisamente: “Auspico il dialogo con i nostri uffici – è intervento Antonio Rusconi, primo cittadino di Valmadrera – perché qualche disagio i cantieri lo creeranno e vogliamo evitare che le aziende del territorio abbiano delle ripercussioni”.
Forno spento nel 2032? Rusconi: “Vigilerò”
Il sindaco di Valmadrera ha poi espresso la sua opinione sul progetto: “Credo che il teleriscaldamento sarebbe servito dieci anni fa, ora lo facciamo. Auspico che le condizioni economiche per gli enti locali siano incentivanti, perché dobbiamo dare l’esempio che questo sia il modo più pulito per dare energia. Resta il tema della progressiva riduzione dell’utilizzo del forno e della chiusura dell’impianto nel 2032, un impegno che è stato preso e su cui io ho il dovere di vigilare”.
Per Flavio Polano, sindaco di Malgrate, “per molti anni ci siamo impantanati sulla visione del teleriscaldamento legato alla produzione dei rifiuti. Speriamo che da oggi in avanti questa polemica si chiuda”.
“E’ un progetto ambizioso e con tantissimi vantaggi dal punti di vista economico e ambientale – ha rimarcato il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni – che creerà, sicuramente, dei disagi dal punto di vista della viabilità e lo sappiamo, ma sappiamo che ne vale la pena. Una rete che in futuro potrà ampliarsi ad altre zone della città grazie anche alle richieste avanzate dall’amministrazione comunale”.
Una storia iniziata nel 2007
Risaliva al 2007 la prescrizione dell’Aia che chiedeva di ‘recuperare’ il calore prodotto dal forno inceneritore per trasformarlo in energia termica dunque con il teleriscaldamento, oltre a quella elettrica che già si produceva.
Nel 2017 l’assemblea dei sindaci introduceva l’idea del project financing per realizzare l’opera e ha posto, anche su spinta delle critiche ambientaliste al progetto, il requisito che il teleriscaldamento fosse alimentato con fonti non fossili dopo il 2032 a chiusura del forno. Nel 2018 la nuova Aia della Regione ribadiva la necessità di realizzare il teleriscaldamento e confermava la data del 2032 come autorizzazione dell’impianto a bruciare rifiuti.
Nello stesso anno avviene convenzione tra i comuni di Lecco, Malgrate e Valmadrera sui quali si estenderà la rete di teleriscaldamento. Il bando di Silea è stato pubblicato nel marzo del 2019 a cui è seguita la proposta di progetto di Varese Risorse sulla quale, nel marzo del 2021, i tre Comuni hanno avanzato delle richieste di migliorie al progetto, tra le altre cose per sfruttare al massimo l’energia prodotta dal forno e i ‘cascami’ termici del territorio, ovvero fonti di calore presenti sul territorio come le industrie. Infine, si è arrivato all’accordo siglato tra Silea e Varese Risorse.
“Finalmente siamo arrivati in fondo a questo percorso ma è solo la fase 1 – ha aggiunto il presidente Salvadore – Tutti siamo molto soddisfatti di aver raggiunto il risultato prima che scadesse il nostro mandato, c’è servito parecchio tempo ma mai ci sono state pause. Perché è stato necessario cosi tanto tempo? Perché ci sono state delle modifiche del progetto abbastanza importanti. Anche la trattativa è stata difficile, sempre collaborativa, per realizzare le migliorie suggerite da Silea e anche dai sindaci”.
Inizia dunque la cosiddetta ‘Fase 2” ovvero la realizzazione e la gestione dell’impianto “che sarà seguita dalla nuova società composta da Varese Risorse maggioranza e con una quota anche da Silea – non più del 30% secondo gli attuali accordi – quindi il nostro compito continuerà per i prossimi 33 anni i convenzione”.
VEDI ANCHE
La diretta della conferenza stampa di presentazione del progetto
L’approfondimento realizzato da LeccoNotizie e pubblicato nell’agosto dello scorso anno