Si fermano le ruspe in Val di Mello dopo la realizzazione della ‘scogliera’
La Soprintendenza blocca i lavori, le scuse di Ersaf: “E’ stato commesso un errore”
VAL MASINO (SONDRIO) – La buona notizia è che le ruspe si fermeranno, in Val di Mello, dove da giorni imperversa la polemica sui lavori per la realizzazione di un percorso riservato ai disabili. Un cantiere contro il quale erano già insorti in molti, tra ambientalisti, guide alpine e alpinisti, con una vasta mobilitazione per la difesa e tutela della riserva che aveva portato, due anni fa, alla raccolta di ben 63 mila firme contrarie.
Facciamo un passo indietro: risale al 2019 la proposta progettuale di Ersaf Lombardia (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) per creare un sentiero riservato ai diversamente abili nel lato sinistro orografico della Val di Mello, finanziato per 400 mila euro da Regione Lombardia. Una proposta che aveva subito acceso gli animi della comunità della Valle, ma non solo. La petizione lanciata per preservare la riserva aveva raccolto ben 63 mila firme contrarie al progetto.
L’accordo del 2019
Sempre nel 2019 diverse associazioni (fra cui anche il gruppo alpinistico Ragni di Lecco), il Comune di Valmasino, l’assessore regionale Sertori e gli scalatori locali trovano un accordo: “Quel giorno – ricorda il Ragno Luca Schiera, in prima linea insieme a molti altri alpinisti per la tutela della Val di Mello – abbiamo percorso insieme il sentiero dove avrebbe dovuto essere realizzato l’anello per le carrozzine raggiungendo il compromesso di sistemare il tracciato già esistente valutando passo per passo le modifiche da fare, senza l’intervento di mezzi meccanici, per poterlo rendere così più agibile a tutti”.
“Patti non rispettati”
Dopo aver raggiunto l’accordo, per un anno e mezzo tutto tace (complice anche l’emergenza sanitaria) fino allo scorso 16 aprile quando l’arrivo di due ruspe in Val di Mello riapre la polemica: “Nessun preavviso, i mezzi sono arrivati a sorpresa – spiega Schiera – è stato svuotato il laghetto per fare passare le ruspe e sono state realizzate due vistose ‘scogliere’, una vicino al laghetto e una all’altezza di Cascina Piana. Per realizzare questi argini è stato preso il granito del posto, si parla di diverse decine di metri cubi cavati. I patti quindi non sono stati rispettati”. A quel punto Schiera e l’amico alpinista Niccolo Bartoli incontrano a Morbegno il direttore dei lavori Italo Buzzetti: “Per l’ennesima volta – si sfogava qualche giorno fa Schiera su Instagram – siamo stati presi in giro”.
Il blocco dei lavori
Ad ammettere l’errore, lo scorso giovedì, durante un sopralluogo sul cantiere, sono stati gli stessi dirigenti Ersaf: “Sembra ci sia la volontà di collaborare insieme – ha spiegato Schiera che era presente al sopralluogo – Ornaghi, il direttore dell’Ersaf, ha ammesso che c’è stato un errore da parte della direzione dei lavori e si è scusato. Al momento tutto il progetto è stato bloccato dalla Soprintendenza, ora aspettiamo di sapere cosa succederà e, soprattutto, come si procederà”.
Una buona notizia, per la comunità della Valle e per tutti gli amanti della riserva, anche se, come si suol dire, “il danno è fatto”: “Da un lato siamo contenti perché quanto accaduto dimostra che non si può fare tutto quello che si vuole, soprattutto in luoghi magnifici e incontaminati come questo – ha commentato Schiera – dall’altro possiamo dire che il danno è fatto, anche se Ersaf ha dichiarato di voler ripristinare lo stato dei luoghi. Penso sia molto difficile ed improbabile, ci vorranno anni, basti pensare alla quantità di roccia cavata”.