LECCO – Nell’era del digitale e della comunicazione 4.0 viviamo un paradosso: la nostra memoria si accorcia sempre più e, oltre alla scarsa propensione ad andare oltre al titolo a otto colonne, sembriamo dei computer con il disco fisso troppo pieno. Così, decidiamo di selezionare solo alcune informazioni che più ci interessano e di cancellare via via gli episodi di un passato nemmeno tanto remoto. Ma la vita e il trascorso della nostra Comunità non possono essere archiviati a piacere e soprattutto non possono essere tirati fuori a piacimento cercando di stravolgere i ricordi. La buona amministrazione non è quella che cerca di cambiare le pagine del passato, ma quelle del futuro, affrontando con serietà il quotidiano.
Questa settimana si è riacceso il dibattito sulla Lecco-Bergamo, con una fiaccolata che ha finito per illuminare solo le mancanze di una politica che si dimentica da dove proviene e non sa dove sta andando: progetto e cantiere portano il marchio di fabbrica degli stessi manifestanti di lunedì, stessi nomi e cognomi e per di più sarebbe bastato documentarsi su quanto sarebbe avvenuto il giorno dopo in Regione, che non ha certo il colore dell’Amministrazione che guido, per evitare di gridare allo scandalo. Così, mentre alcuni esponenti di spicco si stracciavano le vesti con un’encomiabile azione mediatica, centrando l’obiettivo di finire sulle prime pagine dei giornali, l’obiettivo vero era sul tavolo di chi questo lavoro lo fa con cognizione di causa. Martedì pomeriggio Comune e Regione si sono messi attorno allo stesso tavolo condividendo un progetto chiaro, non l’unico che ci vede insieme tra l’altro: portare a Lecco un milione di euro derivante da “Patto per la Lombardia” firmato un anno fa dall’allora primo ministroMatteo Renzi e dal governatore lombardo Roberto Maroni. Stanziati i fondi dal Governo, alla Regione è toccato il compito di dialogare con i territori per scegliere a quali opere destinare i finanziamenti. E anche qui, senza bisogno di alzare la voce o scendere in strada, l’Amministrazione comunale si è data una priorità per rispondere a una esigenza dei propri cittadini: chiedere che un milione di euro venisse destinato al sottopasso di Rivabella. Al Comune di Lecco, poi, spettano altri 2milioni e 300mila euro e, nonostante la SP639 non sia di competenza comunale, abbiamo scelto di assegnarli lì, e così avverrà con le prossime delibere regionali. Perché che la Lecco-Bergamo sia uno scandalo non lo gridano solo gli organizzatori di “flash-mob”, né chi sceglie di parteciparvi in base a come gira il vento, ma lo tocchiamo con mano anche noi, cittadini come tutti, che ogni giorno restiamo imbottigliati lungo un’arteria che non esito a definire da terzo mondo. La differenza sta tutta qua: constatare un problema e mettere in pista le soluzioni, convinti che al cittadino importa il risultato e non la guerra politica che sta nel mezzo. Questo vale oggi per la Lecco-Bergamo, così come per una serie di “patate bollenti” che, a causa di “leggerezze” commesse ai tempi delle cosiddette “vacche grasse”, oggi stiamo cercando di far raffreddare utilizzando sempre lo stesso criterio: lavorare, lavorare, lavorare, lasciando le polemiche fuori dalla porta. Edifici pubblici più sicuri (scuole), nuovi cantieri sulla pista di lancio (Bione), opere pubbliche in fase di conclusione (Torre del Tribunale), progetti condivisi tra più enti pronti a brillare di luce propria (Ostello), senza sprecare fiaccole…
Virginio Brivio
Sindaco di Lecco